Rumore amplificato dal ritocco
Dettaglio al 100% di un’immagine spappolata con banding e artifatti evidenti. In questa fotografia il rumore digitale è stato fortemente amplificato dal ritocco che puntava ad aprire le ombre e aumentare significativamente il contrasto.

Sebbene il rumore delle fotografie digitali sia spesso assimilato al grano delle pellicole analogiche, in generale il primo è esteticamente meno piacevole del secondo e si cerca di fare di tutto per eliminarlo. Oltre alle accortezze in fase di scatto, per quanto riguarda la post-produzione esistono molti ottimi sistemi per filtrare il rumore mantenendo il massimo del dettaglio, come ad esempio Noise Ninja, disponibile anche come plugin di Photoshop.

Nella maggior parte delle situazioni Noise Ninja svolge un ottimo lavoro, pulisce le immagini dal rumore nelle zone molto uniformi, come i cieli, non toccando quasi le parti dettagliate dell’immagine. Se poi è applicato con una maschera di bordi, come quella prodotta dallo script TLR Sharpening Toolkit, e un minimo di lavoro manuale per migliorare la maschera di protezione, in generale i risultati sono veramente eccellenti.

Ci sono però dei casi in cui i risultati non sono così buoni come vorrebbe questa introduzione. Infatti se l’immagine è stata scattata con poca luminosità e si desidera ritoccarla pesantemente aprendo le ombre e incrementando sensibilmente il contrasto, anche lavorando su file raw a 16bit, il rumore prende veramente piede sull’immagine, che si riempe di inestetici artefatti, o come si dice in gergo, il file si spappola.

Effetti di un pesante filtro antirumore
Applicando pesantemente un filtro antirumore si eliminano quasi tutti gli artefatti (anche se rimangono delle sorte di macchie), però l’immagine prende uno spiacevole aspetto plasticoso. Si noti che, anche non usando una maschera di protezione (a scopo didattico) e applicando il filtro al massimo della potenza, i dettagli a fuoco a sinistra rimangono accettabili.

L’applicazione di un filtro per la rimozione del rumore migliora solo fino ad un certo punto la situazione. Applicato in modo contenuto non riesce minimamente ad eliminare gli artefatti amplificati dal ritocco. Applicato invece pesantemente riesce si a eliminare il rumore ma restano sempre degli artefatti a chiazze. Il grosso problema è soprattutto che la fotografia assume un aspetto plasticoso e finto. Questo look lisciato e irreale purtroppo si vede sempre più spesso su Internet e anche in certe pubblicazioni di un certo livello, sintomo di un pessimo gusto estetico dell’autore e di una scarsa conoscenza delle possibilità dei software di fotoritocco.

La soluzione infatti esiste ed è molto semplice. Per trovarla basti pensare che la granulosità non è spiacevole in sé, anzi, in molti casi dona corpo e materia all’immagine. Quello che si vuole è eliminare i difetti del rumore, ma non appiattire completamente la fotografia. Il rumore digitale diventa spiacevole perché:

  • aumenta il rumore cromatico, immagini con un forte effetto granuloso ma monocromatico restano piacevoli, fotografie piene di pixel colorati sono orribili;
  • il rumore non è uniforme, nelle zone dove è stato applicato il ritocco è molto più intenso che altrove, rendendo evidente il lavoro al computer;
  • l’applicazione pesante del ritocco non comporta solo un’aumento della granulosità regolare dell’immagine, ma l’apparire di altri artefatti come per esempio fenomeni di banding, decisamente meno estetici della grana analogica o di quella simulata digitalmente;
  • rumore e grana non sono la stessa cosa, il primo è spiacevole il secondo in genere accettabile.
Aggiunta rumore gaussiano
Con l’aggiunta di un leggero rumore gaussiano e monocromatico si mascherano gli ultimi artefatti rimasti, aggiungendo una piacevole grana che ricorda la pellicola e da corpo alla fotografia.

Un file dove si è aggiunto un rumore uniforme e monocromatico non ha tutti questi inconvenienti. È quindi sufficiente eliminare il rumore spiacevole lisciando il file e in seguito aggiungere del rumore uniforme per rimuovere la sensazione plasticosa del file troppo ritoccato. Proprio così semplice.

Per ottenere un risultato piacevole bisogna quindi eliminare totalmente gli artefatti applicando pesantemente un filtro antirumore, senza esitare ad utilizzare i valori massimi dei filtri. Per evitare di intaccare l’immagine è buona abitudine proteggere con una maschera le zone dove si vuole mantenere il dettaglio e dove non ci sono artefatti. Per rimuovere poi l’effetto plasticoso si aggiunge un leggero (per esempio inferiore al 1,5%) rumore gaussiano monocromatico. Si tratta di rumore digitale, ma visto che è contenuto e uniforme assomiglierà alla grana invece che al rumore, in ogni caso sarà un effetto più estetico del rumore nativo amplificato dal ritocco. In questo modo il rumore sarà costante su tutte le parti uniformi dell’immagine, ricorderà il grano monocromatico delle pellicole e si eviterà lo spiacevole effetto plastica dei filtri antirumore.
In pratica si elimina il rumore per poi aggiungere un leggero grano simulato.

 

Nota: per rendersi effettivamente conto delle differenze si consiglia di scaricare le tre foto e visualizzarle al 100%, perché se la finestra del browser è troppo piccola, ridimensionando l’immagine si creano effetti di aliasing che impediscono di apprezzare quanto descritto nell’articolo.




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