Paletta della curva di risposta
Esempio di una paletta pronta per essere stampata da usare per determinare la curva caratteristica di risposta di una stampa cianotipo su carta Schoeller Durex Satin

La maggior parte delle tecniche antiche di stampa richiede negativi dello stesso formato dell’immagine finale. I fotografi che utilizzando macchine di grande formato li possono ottenere direttamente alla prise de vue, tutti gli altri invece in genere sono obbligati ad ingrandire i loro negativi per ottenere la taglia desiderata. Esistono molte tecniche analogiche che permettono di ottenere negativi adatti ad ogni tecnica antica, ma da alcuni anni stanno prendendo sempre più piede i negativi digitali stampati su film trasparenti.

Il risultato è una passeggiata a braccetto fra la fotografia chimica, antica più di centocinquant’anni, con le più moderne tecnologie digitali. Un bel modo per chiudere il cerchio.

Guide, manuali, articoli e tutorial

La guida in assoluto più completa e meticolosa, punto di riferimento sui negativi digitali da un paio di anni a questa parte, è sicuramente Precision digital negatives (PDN nel seguito) di Mark Nelson. Nel sito non sono presenti informazioni ma è necessario comprare un ebook, che costa circa 80 euro.

Personalmente lo trovo caro, il libro è ridondante e poteva essere ridotto a un quarto, è terribilmente pedagogico e pedante, molto americano. Nonostante tutto questo PDN è sicuramente una lettura obbligata. Resta il punto di riferimento ed è stata la prima opera a formalizzare in maniera accurata il procedimento per ottenere negativi digitali, che può essere riassunto in tre tappe:

  • Determinazione del tempo di esposizione di riferimento, il tempo né inferiore né superiore per raggiungere la dmax di un certo processo. Questo fissa il punto del nero.
  • Determinazione del colore del negativo, colore che in seguito ad un’esposizione pari al tempo di riferimento dà un bianco puro. Questo fissa il punto del bianco.
  • Determinazione della curva caratteristica del processo. Questo linearizza la risposta della stampa fra il punto del bianco e del nero fissati prima.

A conclusioni sostanzialmente simili a PDN, è arrivato indipendentemente anche Damiano Bianca nell’ottimo articolo in italiano Negativi digitali inkjet.

Anche Damiano Bianca, come me, in ogni caso utilizza ormai un metodo derivato dalle tre tappe formalizzate da PDN e un’utilissimo strumento di automatizzazione: Chart Throb che permette di velocizzare enormemente il processo di generazione della curva di risposta necessaria per produrre i negativi digitali.

Per quanto mi riguarda, con pochissime variazioni, uso il sistema descritto nell’articolo Quick Guide to Making Digital Negatives di Michael Koch-Schulte. Nel suo sito fra l’altro si trova l’interessantissimo articolo The RNP-Array System, nel quale si esplora l’influenza dei diversi modelli dello spazio colore sul negativo digitale.

Con queste informazioni è possibile produrre negativi digitali della massima qualità disponibile oggigiorno. Altri siti, che nella rapida evoluzioni di questa tecnica emergente sono ormai un po’ sorpassati, meritano comunque una lettura.

Il vero precursore dei negativi digitali è Dan Burkholder che però non usa negativi colorati. Nel libro liberamente scaricabile Guide to Platinum Palladium Photographic Printmaking di Jeffrey D. Mathias, che contiene moltissime informazioni sulle stampe al platino e palladio, c’è un capitolo sui negativi digitali. In questo sono descritti vari metodi molto diversi da PDN, spesso usando più di un negativo sovrapposto e registrato. Ron Reeder, un’altro stampatore di questa pregiata tecnica, ha scritto un ottimo capitolo sui negativi digitali nella sua guida Pigmented Platinum Manual. Sul sito Alternative photography, sono disponibili molti articoli sulla preparazione di negativi digitali e analogici per le tecniche alternative. Infine, un’introduzione a suo tempo famosa Making Digital Negatives for Van Dyke Browns di Gary Nored si trova sulle pagine di Unblinkingeye.

Fornitori di materiale per i negativi digitali

I film Pictorico OHP, i più utilizzati nella letteratura d’oltreoceano, sono commercializzati in Europa da Nova darkroom. Un’alternativa equivalente e meno cara sono le pellicole Agfa Copyjet, vendute da Lotus View Camera in Austria e da Tiflex in Francia.

Le palette di trasmissione per determinare il tempo di riferimento, praticamente indispensabili, sono vendute da Stouffer. In generale si usa la T3110 (o la T2115 che è un po’ meno accurata, ma va benissimo lo stesso).




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