Vicino alla Gare de Lyon
Vicino alla Gare de Lyon. Cianotipo 6×6cm su carta Schoeller Durex 17×17cm.

Qualche settimana fa, chiacchierando con il noto stampatore francese di palladio Jean Claude Mougin, iniziammo a discutere della tonalità delle stampe cianotipo. In quell’occasione mi disse che quando un cianotipo tende al violetto è perché la carta è basica e probabilmente contiene un buffer di carbonati. Come è noto i cianotipi prediligono un ambiente acido, e conservarli in ambiente basico potrebbe pregiudicarne la durata di vita. Una carta basica sarebbe quindi in teoria da evitare.

Ho testato diverse carte per cianotipo e le mie preferite sono le carte economiche da disegno, mentre le carissime carte acquarello, neutre e 100% cotone, mi hanno dato risultati visivamente inferiori. In particolare le carte da disegno hanno una tinta violetta che trovo più gradevole di quella cianotica delle carte più nobili.

Suppongo quindi che queste carte contengano un buffer di carbonati e questo potrebbe pregiudicare la durata di vita delle stampe.

Lo sviluppo che uso è però leggermente acido, quindi spero che questa riesca in qualche modo a neutralizzare il buffer della carta.

Dick Arentz, nel suo libro sulle stampe al platino, un’altra tecnica che predilige gli ambienti acidi, spiega che sulle carte moderne, quasi tutte contenenti un buffer di carbonati, una doppia stesa di sensibilizzatore aumenta notevolmente la qualità del tirage. Dick Arentz specula sul fatto che la prima stesa potrebbe esser necessaria per neutralizzare i carbonati nella carta e preparare un ambiente corretto per accogliere la seconda stesa. Del resto, la pratica di bagni di preacidificazione è nota a tutti gli stampatori di platino e palladio, una stesa di soluzione acida come il sensibilizzatore al palladio è di fatto equivalente ad una blanda preacidificazione, quindi la teoria sembra sensata. In ogni caso, se davvero una prima stesa di prodotto aiuta a neutralizzare il buffer, 10 minuti di lavaggio in un bagno acido dovrebbero essere più che sufficienti a garantire un ambiente perlomeno non eccessivamente alcalino.

Inoltre la maggior parte dei miei cianotipi sono virati al the con un bagno finale alcalino. Nel libro sul cianotipo di Mike Ware si dice “ferric gallate” e “ferric tannate” sono due composti molto stabili. Inoltre sono i composti contenuti negli inchiostri usati da 2000 anni, i libri medievali per esempio sono scritti con lo stesso prodotto che si trova nei viraggi cianotipo. Questo è esatto solo con acido tannico e carbonato di sodio, e non con una chimica più complessa come quella di un cianotipo su di una carta con buffer virato al the. Nonostante questo immagino che la presenza di un buffer alcalino non modifichi sostanzialmente il prodotto presente nella stampa, e che quindi la conservabilità delle mie stampe è relativamente buona.

Purtroppo la pratica di aggiungere un buffer nella carta è recente, quindi non credo che esista una risposta chiara e soddisfacente sull’archiviabilità dei cianotipi sulle carte moderne. I miei cianotipi in qualche mese non si sono mossi di un pelo, fra dieci anni sarò più tranquillo, ma mi sento comunque molto ottimista.

Il cianotipo è noto per essere stabile quasi quanto le stampe al platino o ai pigmenti, quindi non credo che sia terribilmente sensibile. Il viraggio, in presenza di buffer, dovrebbe solo migliorare la stabilità rispetto a quella di un cianotipo semplice. Inoltre non mi interessa eccessivamente il problema della conservazione, se le mie stampe superano i 50 anni di vita ne sono assolutamente soddisfatto, che poi si tratti di 100 o 500 anni non ha per me nessuna importanza. Quello che mi interessa è raggiungere l’animo dei miei contemporanei, durante la mia vita, quello che succede dopo mi lascia indifferente. Se nel giro di 5 mesi diventassero tutte verdi come succedeva con le stampe inkjet di soli pochi anni fa allora sarebbe un vero problema, ma quando un procedimento mi garantisce una durata di vita di qualche decennio sono assolutamente soddisfatto.

Quindi per quanto mi riguarda continuo a stampare cianotipi sulle carte che mi danno una tonalità violetta, così gradevole rispetto a quella satura e brillante che si ottiene su carte più neutre.




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