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8 Comments »

  1. Marko

    said, 25 October 2008 @ 3:57 PM :

    caspita adesso comincio a capire che non so davvero nulla di postproduzione…mentre mi credevo ad un livello da pre-Guru!

  2. Fabiano Busdraghi

    said, 25 October 2008 @ 8:20 PM :

    Guarda, credo che in un campo come questo bisogna prendercisi per forza con un penisero zen. Photoshop è talmente vario e complesso che è impossibile conoscere tutto. Conviene allora guardare al pieno e non al vuoto, rendersi conto di quanto si conosce, dei propri strumenti, ed utilizzarli creativamente per fare belle immagini.

    La tiratina d’orecchi ai frequentatori dei forum va intesa proprio in questo senso. È necessario avere un minimo di umiltà, riconoscere che ci si può perfezionare ma mai conoscere tutto. Allora le frasi “questo è impossibile!” non verrano mai più sparate a vanvera.

    Per finire, volevo aggiungere che questo articolo non è l’ultima parola in merito al problema del grano nei file digitali. Sto piano piano scrivendo una serie di articoli indipendenti per semplicità espositiva, ma bisogna tenere a mente che la tecnica descritta permette di ottenere buoni risultati, ma non rappresenta ancora il meglio di quello che, secondo me, si può ottenere. Ci siamo quasi, ancora uno due e articoli e si posson tirare le conlusioni.

  3. umberto

    said, 26 October 2008 @ 4:48 PM :

    Sono d’accordo sulla necessità dell’occhio, forse indotta dall’abitudine, di aggrapparsi a particolari “ulteriori” della struttura dell’immagine, oltre la funzione rappresentativa.

    In pittura si cerca il segno del pennello, la superficie del supporto; insomma quello che ti fa distinguere l’immagine dalla cosa rappresentata (“ceci n’est pas une pipe”). Nella fotografia questo filtro mediatico è rappresentato , oltre che dalla fisicità della carta – apprezzabile però solo quando la si maneggia –, dalla qualità del chiaroscuro e della cromia e, più avvertibilmente, dalla granulosità dell’immagine. Questa granulosità con il digitale tende a sparire, offrendo alla sguardo una sensazione di vuoto quando i dettagli sono sfumati per eccesso di ingrandimento.

    Tu suggerisci di simulare la fotografia argentica, e questa è certamente una strada; io faccio leva sulla rugosità della carta e sulla presenza dell’inchiostro.

    Però è curioso quello che sta avvenendo. Mente la fotografia simula la pittura e la fotografia digitale vuole essere identica a quella chimica, la pittura simula sempre di più la fotografia, digitale per giunta. Il “principe” dei pittori fotorealisti italiani, Luciano Ventrone, che Zeri definì il nuovo Caravaggio, copia nei sui quadri recenti anche gli artefatti di uno sharpening generoso. In una recente fiera dell’arte, ho visto degli acquerelli visibilmente tratti da foto (orizzonte storto, linee cadenti) che addirittura riproducevano tale e quale l’effetto del grossolano filtro “watercolor” di Photoshop. Insomma, la distinzione dei generi pare sia finita.

  4. danipen

    said, 26 October 2008 @ 11:36 PM :

    È da tempo che uso questa tecnica per migliorare le stampe da compatta, ma devo dire che i plugin che ho scoperto leggendo il tuo blog e la tecnica del livello grigio sono davvero eccezionali!!!

    In quest’ultimo articolo si raggiunge un risultato davvero ottimo… si vedessero più spesso stampe che subiscono una tale attenzione e cura…

    Comunque è una tecnica veramente complessa soprattutto nel dosaggio della grana cercando il giusto equilibrio tra salvaguardia del dettaglio e aggiunta del dettaglio… nell’esempio dell’articolo ad esempio si perdono completamente le rugosità delle labbra ed è un peccato (chiaro che qui la prova è solo esemplificativa) ma rende evidente come sia delicata l’operazione.

    Grazie davvero per i tuoi ottimi articoli!!! dovrò fare spesa di plugin…

    ciao
    daniele

  5. Fabiano Busdraghi

    said, 27 October 2008 @ 12:01 AM :

    Grazie a entrambi per i commenti.

    Molto interessante Umberto l’anello di unione con la pittura. Non mi era mai venuto in mente che la pastosità e rugosità della pennellata potesso avere una funzione simile a quella del grano analogico della fotografia tradizionale. Per quanto riguarda la struttura della carta devo dire che assolve splendidamente a questo compito, e l’effetto è evidente nelle stampe che mi hai spedito. L’altro giorno fra l’altro stavo visitando un’esposizione di Marco Zanta alla mep. Le stampe erano molto ben fatte, e uno dei punti a favore era proprio la metericità della carta.

    Molto interessante anche il punto sui legami, e sul ripetersi, di fotografia digitale, analogica e pittura. Da una parte gioca certamente il complesso di inferiorità nei confronti di tutto ciò che non si ha, proprio come le persone bionde vorrebbero essere more, e chi ha gli occhi azzurri li vorrebbe neri. Poi naturalmente viviamo un’epoca in cui i mezzi espressivi e i media sono completamente misti e ibridi, e personalmente è una cosa che non mi dispiace. Nonostante questo una pittura con gli aloni dello sharpness mi sa che mi farebbe storgere la bocca, a meno che non porti in se qualcosa di porticolare, che mi faccia andare al di là dei bordi sottolineati da un filtro di photoshop.

    Passiamo ora a Daniele. È vero, la tecnica è complessa ed è anche vero che si può fare meglio. L’intensità del granoche viene considerata come corretta dipende poi dai gusti personali. In ogni caso è chiaro che l’aggiunta di grano implica una perdita aggiuntiva di dettaglio. Personalmente se questo conferisce una sensazione globale più piacevole alla stampa è un prezzo che sono disposto a pagare, ma non per tutti vale la stessa cosa.

    Come hai fatto giustamente notare poi l’articolo è unicamente a fini esemplificativi. Il problema cui accenni forse è risolvibile con una maschera e qualche spennellata a mano per limitare il grano in certe zone sensibili, come ad esempio le labbra. Ne approfitto poi per dire che effettivamente si può fare di meglio, e le foto allegate sono solo un esempio veloce per mostrare quello che si può ottenere. Per dirne una, nei bordi delle foto c’è un brutto e evidente color fringing che non ho avuto voglia di correggere…

    ciao ciao e ancora grazie a tutti
    Fabiano

  6. David La Tache | photo

    said, 6 November 2008 @ 6:17 PM :

    Ciao, ottimo post e consigli utilissimi!

    Complimenti per il blog, verrò a seguirti più spesso, molto interessante…

  7. Fabiano Busdraghi

    said, 6 November 2008 @ 8:50 PM :

    Ciao David,
    grazie mille per i complimenti. Ultimamente sono molto occupato, ma cerco di pubblicare almeno un articolo a settimana.

  8. Camera Obscura » L’ingrandimento digitale

    said, 26 November 2008 @ 10:44 AM :

    [...] Il grano per migliorare i forti ingrandimenti digitali. [...]

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