Brian Finke Flight assistent
© Brian Finke

Questa settimana l’appuntamento “attorno ad una foto” è con un’immagine di Brian Finke.

Un fotografo di quelli che vanno di moda oggi, dallo stile spoglio, freddo, moderno, asettico. Anche se è vero che c’è molta gente che fotografa cosi c’è da dire che lui lo fa in modo magistrale, e di sicuro meglio avere uno stile moderno che affondare nel conformismo di buona parte della categoria di fotografi cui era inizialmente dedicato questo blog: gli stampatori che si servono di antiche tecniche fotografiche.

In generale in questo tipo di immagini non si gioca sull’estetica classica, o sulla ricerca di bellezza punto e basta. Spesso le immagini sono spogliate di ogni contenuto estetizzante, ed è una delle caratteristiche che ne fanno la modernità. Eppure, in questa estetica antiestetica, si trovano comunque immagini che restano impresse negli occhi e nella mente. Una di queste è una delle immagini della serie Flight attendants di Brian Finke.

Di questa foto, al di là del valore concettuale e all’interno della serie cui appartiene, ho apprezzato fin dal primo momento il taglio sghembo, accentuato dalle distorsioni del grand’angolo, la posizione come innaturale della hostess, che pare cadere fuori dall’inquadratura, come se l’aereo avesse sbattuto contro qualcosa e lei stesse perdendo l’equilibrio, il panino pronto a volare nell’abitacolo del velivolo. Impressione accentuata dalla mimica facciale, la bocca aperta come per sgomento, lo sguardo che si intuisce un po’ sbarrato. L’espressione è sgraziata, ma la ragazza rimane attraente, le labbra turgide e carnose risaltano di un rosso vivo sul bianco dell’uniforme e del resto dell’ambiente. Dall’altra parte della dell’inquadratura un’altra hostess, questa volta di spalle, ma anche lei con una posa sghemba, una mano come a cercare un appiglio, per evitare anche lei la caduta. Nel mezzo, un vuoto glaciale, uno spazio che nulla completo.

Ho sempre apprezzato le foto dove gli elementi sono periferici e si rappresenta lo spazio vuoto, come ho sempre amato i tagli diagonali sprezzanti, quando elementi contorti e confusi trovano una speciale armonia nel disordine dell’inquadratura. Due caratteristiche che fanno di questa foto di Brian Finke una delle mie preferite, fra quelle che si riconoscono nello stile contemporaneo che oggi va un po’ per la maggiore.




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