Comments for Camera Obscura A blog dedicated to photography and contemporary Wed, 07 Jan 2009 18:32:47 +0000 http://wordpress.org/?v=2.7 hourly 1 Comment on La Cina di Yann Layma by Claudio /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-531 Claudio Mon, 05 Jan 2009 16:38:48 +0000 /?p=796#comment-531 PS del sito di Yann Layma riesco a vedere solo le foto comprabili, ci sono due slide show che non riesco a caricare, comunque questa rimane di gran lunga la mia preferita, la trovo davvero eccezionale. PS del sito di Yann Layma riesco a vedere solo le foto comprabili, ci sono due slide show che non riesco a caricare, comunque questa rimane di gran lunga la mia preferita, la trovo davvero eccezionale.

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Comment on La Cina di Yann Layma by Claudio /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-530 Claudio Mon, 05 Jan 2009 16:35:48 +0000 /?p=796#comment-530 Vedi, Fabiano, io sono molto naif, mi sono mosso sino ad ora in questo mondo arraffando ciò che potevo a destra e a manca. Adesso sto cercando di dare un po' d'ordine, e blog come questo (che prediligo immensamente ad un Colberg, proprio per via della condivisione di certi punti di partenza) mi è come un faro, un punto di riferimento per il mio incedere. Poi, le discussioni sull'arte, non è che mi prema definire l'arte, mi interessa piuttosto capire cosa piace a me, per scegliere una direzione. Anche perché devo ancora capire se provo più gusto nel fare fotografia o nel parlare di fotografia. Perché il parlare di fotografia era inteso inizialmente come mezzo per migliorare il mio fare fotografia, adesso a volte invece mi riscopro a riuscire a parlare di fotografia perché ho fatto un po' di fotografia. Quindi tutto ciò mi serve anche per capire dove sto andando e dove voglio andare. Ciao, Claudio. Vedi, Fabiano, io sono molto naif, mi sono mosso sino ad ora in questo mondo arraffando ciò che potevo a destra e a manca. Adesso sto cercando di dare un po’ d’ordine, e blog come questo (che prediligo immensamente ad un Colberg, proprio per via della condivisione di certi punti di partenza) mi è come un faro, un punto di riferimento per il mio incedere. Poi, le discussioni sull’arte, non è che mi prema definire l’arte, mi interessa piuttosto capire cosa piace a me, per scegliere una direzione. Anche perché devo ancora capire se provo più gusto nel fare fotografia o nel parlare di fotografia. Perché il parlare di fotografia era inteso inizialmente come mezzo per migliorare il mio fare fotografia, adesso a volte invece mi riscopro a riuscire a parlare di fotografia perché ho fatto un po’ di fotografia. Quindi tutto ciò mi serve anche per capire dove sto andando e dove voglio andare.
Ciao, Claudio.

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Comment on La Cina di Yann Layma by Fabiano Busdraghi /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-528 Fabiano Busdraghi Mon, 05 Jan 2009 08:59:18 +0000 /?p=796#comment-528 Ciao Matteo, e grazie mille per i complimenti, sono un ottimo stimolo a continuare. Per quanto riguarda il libro, credo che sia indifferente. La mia copertina è sicuramente diversa da quella del primo libro che linki, però sulla pagina del sito di Yann Layma dedicata al libro http://www.yannlayma.com/book.php sono elencate sei edizioni per diversi paesi, compresa l'Italia, con i relativi indirizzi mail e numeri di telefono per chiederne l'acquisto. È inoltre detto che su amazon sono disponibili tutte e sei le edizioni. Non vorrei sbagliarmi, ma credo che in sostanza siano tutte uguali. Se vuoi proprio la mia comunque ho quella francese. È un bel librone grosso grosso, con la copertina rigida, e qualche centinaio di pagine, con le fotografie stampate grandi a piena pagina. Sono sicuro che qualunque acquisto tu decida di fare non ne rimarrai deluso. Ciao Matteo,
e grazie mille per i complimenti, sono un ottimo stimolo a continuare.

Per quanto riguarda il libro, credo che sia indifferente. La mia copertina è sicuramente diversa da quella del primo libro che linki, però sulla pagina del sito di Yann Layma dedicata al libro http://www.yannlayma.com/book.php sono elencate sei edizioni per diversi paesi, compresa l’Italia, con i relativi indirizzi mail e numeri di telefono per chiederne l’acquisto. È inoltre detto che su amazon sono disponibili tutte e sei le edizioni.

Non vorrei sbagliarmi, ma credo che in sostanza siano tutte uguali. Se vuoi proprio la mia comunque ho quella francese. È un bel librone grosso grosso, con la copertina rigida, e qualche centinaio di pagine, con le fotografie stampate grandi a piena pagina.

Sono sicuro che qualunque acquisto tu decida di fare non ne rimarrai deluso.

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Comment on La Cina di Yann Layma by matteo /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-527 matteo Sun, 04 Jan 2009 16:08:47 +0000 /?p=796#comment-527 Ciao Fabiano. E' la prima volta che ti scrivo. Da qualche settimana che mi sono per caso imbattuto nel tuo blog e mi sono "perso" nella lettura dei tuoi articoli così interessanti e scritti da una grande passione. Per questo ti ringrazio. Sono anch'io da sempre affascinato dall'oriente, dall'arte e dalla fotografia asiatica che mi attrae e coinvolge nelle atmosfere, nell'asetticità, nel calore, nelle mille contraddizioni che offre. Mi è piaciuto molto questo tuo post e mi piacerebbe approfondire l'argomento acquistando il volume che citi. Facendo una ricerca ne ho trovati due dello stesso autore con lo stesso titolo ma con isbn differenti: <a href="http://www.libreriauniversitaria.it/china-yann-layma-abrams-books/book/9780810970915" rel="nofollow">questo</a> e <a href="http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-yann_layma/sku-12867929/china_.htm" rel="nofollow">questo</a>. Potresti gentilmente dirmi a quale dei due facevi riferimento? Ti ringrazio già da ora e ti rinnovo i complimenti per il tuo lavoro. Ciao Matteo Ciao Fabiano.
E’ la prima volta che ti scrivo. Da qualche settimana che mi sono per caso imbattuto nel tuo blog e mi sono “perso” nella lettura dei tuoi articoli così interessanti e scritti da una grande passione.

Per questo ti ringrazio.

Sono anch’io da sempre affascinato dall’oriente, dall’arte e dalla fotografia asiatica che mi attrae e coinvolge nelle atmosfere, nell’asetticità, nel calore, nelle mille contraddizioni che offre.

Mi è piaciuto molto questo tuo post e mi piacerebbe approfondire l’argomento acquistando il volume che citi. Facendo una ricerca ne ho trovati due dello stesso autore con lo stesso titolo ma con isbn differenti: questo e questo.

Potresti gentilmente dirmi a quale dei due facevi riferimento?

Ti ringrazio già da ora e ti rinnovo i complimenti per il tuo lavoro.

Ciao Matteo

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Comment on La Cina di Yann Layma by Fabiano Busdraghi /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-526 Fabiano Busdraghi Sun, 04 Jan 2009 15:46:39 +0000 /?p=796#comment-526 Ciao Claudio sembra proprio che stai diventando il lettore più affezionato e attento di Camera Obscura! A partire da questo momento smetterò di ringraziarti dei commenti, ma consideralo sempre implicito :-) Come sai sono abbastanza d'accordo su quello che pensi dell'idea. Il problema è che "arte" non significa niente, o meglio ha significato cose diverse col passare del tempo, o addirittura nello stesso momento. Oggi sembrerebbe che arte è tanto la composizione stracommissionata e trita e ritrita di Mozart quanto un concetto puro e semplice. Prodotti realizzati in tempi e contesti completamente diversi, con intenti e target ancora più lontani. L'arte contemporanea oggi, volente e nolente, è almeno al 90% quella di cui di uno schizzo nell'articolo. Ci sono varie ragioni per cui è così e alcune che credo di non capire ancora del tutto, ma è importante capire che non è una manifestazione gratuita, che delle ragioni profonde comunque ci sono. Il fatto che preferisca anche io le foto di Layma a molte opere viste per gallerie più che spingermi in uno sterile tentativo di definire cos'è arte e cosa no, sempliciemente mi porta a preferire, sia per i libri che compro e le mostre che vado a vedere, sia per le foto che faccio o verrei fare, questo stile e questo approccio alla fotografia. Come al solito bella la descrizione che dai della fotografia, e l'idea del tutto (la barca, la composizione...) che va verso destra, bilanciato da un tutto che va verso sinistra (il vento, la neve...) è un'immagine molto orientale e molto bella. QUesta foto mi è particolarmente cara, ma cerca assolutamente di vedere le altre foto di Yann Layma, perché sono ugualmente eccezionali. Ciao ciao Fabiano Ciao Claudio
sembra proprio che stai diventando il lettore più affezionato e attento di Camera Obscura! A partire da questo momento smetterò di ringraziarti dei commenti, ma consideralo sempre implicito :-)

Come sai sono abbastanza d’accordo su quello che pensi dell’idea. Il problema è che “arte” non significa niente, o meglio ha significato cose diverse col passare del tempo, o addirittura nello stesso momento. Oggi sembrerebbe che arte è tanto la composizione stracommissionata e trita e ritrita di Mozart quanto un concetto puro e semplice. Prodotti realizzati in tempi e contesti completamente diversi, con intenti e target ancora più lontani. L’arte contemporanea oggi, volente e nolente, è almeno al 90% quella di cui di uno schizzo nell’articolo. Ci sono varie ragioni per cui è così e alcune che credo di non capire ancora del tutto, ma è importante capire che non è una manifestazione gratuita, che delle ragioni profonde comunque ci sono. Il fatto che preferisca anche io le foto di Layma a molte opere viste per gallerie più che spingermi in uno sterile tentativo di definire cos’è arte e cosa no, sempliciemente mi porta a preferire, sia per i libri che compro e le mostre che vado a vedere, sia per le foto che faccio o verrei fare, questo stile e questo approccio alla fotografia.

Come al solito bella la descrizione che dai della fotografia, e l’idea del tutto (la barca, la composizione…) che va verso destra, bilanciato da un tutto che va verso sinistra (il vento, la neve…) è un’immagine molto orientale e molto bella.

QUesta foto mi è particolarmente cara, ma cerca assolutamente di vedere le altre foto di Yann Layma, perché sono ugualmente eccezionali.

Ciao ciao
Fabiano

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Comment on La Cina di Yann Layma by Claudio /2009/intorno-ad-una-foto/china-yann-layma/comment-page-1/#comment-525 Claudio Sun, 04 Jan 2009 11:54:10 +0000 /?p=796#comment-525 L'idea per me non è arte, è cruciverba di alto livello. Guardando una ruota di bicicletta in un museo avrei potuto pensare "toh, che idea originale", ma mai rapimento. Il rapimento che provoca la contemplazione di una foto come questa. Proprio ieri dicevo che per me l'arte non è messaggio ma mezzo di trasporto figurato che mi conduce in un luogo d'incoscienza dove posso riposare e smettere di pensare. Sembra proprio che quella barca sia venuta a prendermi, a condurmi in questo regno della pace dei sensi. Si potrebbe raccontare del perfetto equilibrio dell'immagine, degli elementi più importanti, ovvero l'agglomerato alberi-tempietto (o quello che è) e la barca, che poggiano, candidi, su di una macchia nera. Macchia che scende verso destra sospingendo la barca nel suo incedere. Si potrebbe parlare della neve, che sembra quasi simulare il pennello di un impressionista. Si potrebbe parlare dei singoli elementi, dagli ombrelli a quel tempietto semi nascosto, o quel tocco di nitidezza sulle scale e sull'approdo del molo. Ma in fin dei conti, è talmente piacevole rimanere in silenzio e aspettare che quel Caronte trascini quella stanca barca alla sua meta. C'è un ché di drammatico in questa composizione, che è nella natura stessa della fotografia. Sembra quasi che quell'imbarcazione sia costretta a ripetere eternamente la stessa fatica. Tutto sospinge la barca verso destra, solo la tempesta di neve le si oppone. In questa tensione, gli occhi scivolano lentamente verso destra, accompagnando la stanca barca oltre la foto, ma appena ritornano al centro della foto, la barca è di nuovo là, e via nuovamente a sospingerla. In eterno. Come si può paragonare questo stato mistico dell'anima ad un pensiero, per quanto elaborato ed intrigante, non l'ho ancora capito. Preferirei trovare immagini del genere in una galleria, decisamente. Unica pecca dell'interazione tra me e Yann Layma è che non visualizzo le sue foto sul suo sito. Ma mi accontento di questa, per ora, è eccezionale! Claudio. L’idea per me non è arte, è cruciverba di alto livello. Guardando una ruota di bicicletta in un museo avrei potuto pensare “toh, che idea originale”, ma mai rapimento. Il rapimento che provoca la contemplazione di una foto come questa. Proprio ieri dicevo che per me l’arte non è messaggio ma mezzo di trasporto figurato che mi conduce in un luogo d’incoscienza dove posso riposare e smettere di pensare. Sembra proprio che quella barca sia venuta a prendermi, a condurmi in questo regno della pace dei sensi. Si potrebbe raccontare del perfetto equilibrio dell’immagine, degli elementi più importanti, ovvero l’agglomerato alberi-tempietto (o quello che è) e la barca, che poggiano, candidi, su di una macchia nera. Macchia che scende verso destra sospingendo la barca nel suo incedere. Si potrebbe parlare della neve, che sembra quasi simulare il pennello di un impressionista. Si potrebbe parlare dei singoli elementi, dagli ombrelli a quel tempietto semi nascosto, o quel tocco di nitidezza sulle scale e sull’approdo del molo. Ma in fin dei conti, è talmente piacevole rimanere in silenzio e aspettare che quel Caronte trascini quella stanca barca alla sua meta. C’è un ché di drammatico in questa composizione, che è nella natura stessa della fotografia. Sembra quasi che quell’imbarcazione sia costretta a ripetere eternamente la stessa fatica. Tutto sospinge la barca verso destra, solo la tempesta di neve le si oppone. In questa tensione, gli occhi scivolano lentamente verso destra, accompagnando la stanca barca oltre la foto, ma appena ritornano al centro della foto, la barca è di nuovo là, e via nuovamente a sospingerla. In eterno.
Come si può paragonare questo stato mistico dell’anima ad un pensiero, per quanto elaborato ed intrigante, non l’ho ancora capito. Preferirei trovare immagini del genere in una galleria, decisamente. Unica pecca dell’interazione tra me e Yann Layma è che non visualizzo le sue foto sul suo sito. Ma mi accontento di questa, per ora, è eccezionale!
Claudio.

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Comment on The triumph of modern academism and the few brave Photo Quai rebels by La Cina di Yann Layma /2007/mostre-e-esposizioni/il-trionfo-dellaccademismo-moderno-e-pochi-coraggiosi-ribelli-a-photo-quai/comment-page-1/#comment-524 La Cina di Yann Layma Sun, 04 Jan 2009 09:08:32 +0000 /2007/personale/il-trionfo-dellaccademismo-moderno-e-pochi-coraggiosi-ribelli-a-photo-quai/#comment-524 [...] anche stratagemmi stilistici vari in fase di ripresa, come ho già in parte discusso a proposito di Photo Quai e dell’accademismo moderno. vari in fCome se fare semplicemente fotografie non fosse più sufficiente, come se fosse [...] [...] anche stratagemmi stilistici vari in fase di ripresa, come ho già in parte discusso a proposito di Photo Quai e dell’accademismo moderno. vari in fCome se fare semplicemente fotografie non fosse più sufficiente, come se fosse [...]

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Comment on Sotto la pioggia in Cina, di Jean-Claude Louis by La Cina di Yann Layma /2008/intorno-ad-una-foto/cina-jean-claude-louis/comment-page-1/#comment-523 La Cina di Yann Layma Sat, 03 Jan 2009 14:00:11 +0000 /?p=421#comment-523 [...] già detto (a proposito della foto di Jean Claude Louis) ho sempre avuto un debole per le fotografie scattate nei giorni di intemperie, e gli ombrelli sono [...] [...] già detto (a proposito della foto di Jean Claude Louis) ho sempre avuto un debole per le fotografie scattate nei giorni di intemperie, e gli ombrelli sono [...]

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Comment on The eye is not made to think by La Cina di Yann Layma /2007/mostre-e-esposizioni/locchio-non-e-fatto-per-pensare/comment-page-1/#comment-522 La Cina di Yann Layma Sat, 03 Jan 2009 13:52:04 +0000 /2007/uncategorized/locchio-non-e-fatto-per-pensare/#comment-522 [...] un grande nome della fotografia, la stessa impressione di solidità che traspare che trovai nella mostra alla MEP di Marc Ribaud. È tutta la vita di Yann Layma che costituisce una serie coerente di immagini. © Yann [...] [...] un grande nome della fotografia, la stessa impressione di solidità che traspare che trovai nella mostra alla MEP di Marc Ribaud. È tutta la vita di Yann Layma che costituisce una serie coerente di immagini. © Yann [...]

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Comment on Lo sguardo glaciale di Thomas Damgaard by Claudio /2008/comunicazioni/sguardo-glaciale-dthomas-damgaard/comment-page-1/#comment-519 Claudio Mon, 29 Dec 2008 00:19:07 +0000 /?p=696#comment-519 Secondo me il bicchiere è un elemento dissonante, è quella cacofonia che spezza violentemente l'armonia. Se consideriamo il progetto nella sua completezza, al bicchiere può essere associato un richiamo al quotidiano, un oggetto di uso comune che in qualche modo contestualizza l'individuo, e che appunto contribuisce a quell'essere una persona qualsiasi all'interno della città, che svolge le sue solite faccende, come lo fa chiunque. Per cui è assolutamente normale che una ragazza si appoggi ad una finestra con un bicchiere in mano. Ma svincolandoci dalle altre foto e guardando solo questa, per un discorso puramente compositivo, il bicchiere stona, disturba la quiete e la staticità di una foto estremamente regolare. Il suo non essere in una posizione di equilibrio stabile, l'esile legame che lo tiene, crea una grande tensione che dona dinamicità. Tutto il resto sembra davvero onirico, su un piano non reale, l'unico elemento vivo è quel bicchiere. Ha una potenza incredibile. Per cui credo anche che sia stato inserito pensando al progetto e che una volta dentro la foto sia stato manipolato in maniera istintiva. D'altra parte, credo anche che il processo di creazione sia molto simile a quello di fruizione dell'opera, vi è sia la parte razionale, intelligibile, che quella istintiva, non cosciente, proprio come dici tu quando parli di "forma diversa di percezione". Claudio. Secondo me il bicchiere è un elemento dissonante, è quella cacofonia che spezza violentemente l’armonia. Se consideriamo il progetto nella sua completezza, al bicchiere può essere associato un richiamo al quotidiano, un oggetto di uso comune che in qualche modo contestualizza l’individuo, e che appunto contribuisce a quell’essere una persona qualsiasi all’interno della città, che svolge le sue solite faccende, come lo fa chiunque. Per cui è assolutamente normale che una ragazza si appoggi ad una finestra con un bicchiere in mano. Ma svincolandoci dalle altre foto e guardando solo questa, per un discorso puramente compositivo, il bicchiere stona, disturba la quiete e la staticità di una foto estremamente regolare. Il suo non essere in una posizione di equilibrio stabile, l’esile legame che lo tiene, crea una grande tensione che dona dinamicità. Tutto il resto sembra davvero onirico, su un piano non reale, l’unico elemento vivo è quel bicchiere. Ha una potenza incredibile. Per cui credo anche che sia stato inserito pensando al progetto e che una volta dentro la foto sia stato manipolato in maniera istintiva. D’altra parte, credo anche che il processo di creazione sia molto simile a quello di fruizione dell’opera, vi è sia la parte razionale, intelligibile, che quella istintiva, non cosciente, proprio come dici tu quando parli di “forma diversa di percezione”.
Claudio.

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Comment on Lo sguardo glaciale di Thomas Damgaard by Fabiano Busdraghi /2008/comunicazioni/sguardo-glaciale-dthomas-damgaard/comment-page-1/#comment-518 Fabiano Busdraghi Sun, 28 Dec 2008 15:15:05 +0000 /?p=696#comment-518 Ciao Claudio, molto bello quello che dici sulla disposizione del sito e su questo vai e vieni fra l'infinitamente grande della città e l'infinitamente piccolo di una persona. Persona che la vive ma soprattutto tassello che contribuisce a crearla, a costruire la città stessa. Sottolineare come sia una persona presa <em>a caso</em>, era qualcosa su cui non avevo specificatemente riflettutto, ma rivedendo la serie si ha proprio l'impressione che descrivi. Condivido poi, come probabilmente già sai, quello che dici sulla bellezza. Certo mi piacciono i lavori che hanno un sostrato concettuale solido, ma l'apprezzamento ne va sempre al di là. In questi gironi, leggendo integralmente Zhuangzi, mi sta venendo in mente un parallelo un po' arrischiato fra il rifiuto taoista della conoscenza cosciente a favore di una forma diversa di percezione e questa mia avversione al concettuale in favore dell'estetica poetica in fotografia. Argomento interessante che svilupperò forse un giorno un filo più a fondo. In ogni caso la serie "Attorno ad una foto" è nata proprio per parlare di fotografie che mi piacciono, senza per forza formalizzare il discorso, anzi divagando e investendo letteratura, cinema, musica, poesia, filosofia, ricordi personali, etc. La parte che mi piace di più nel tuo commento comunque è quella sul bicchiere, tanto che mi dispiace quasi pensare come, se un giorno Thomas Damgaard vedrà questo articolo, forse non potrà apprezzare quello che viene detto nei commenti. Anche a me il bicchiere è uno degli elementi che più mi aveva colpito, fin da subito, una sorta di chiave, di punto nodale. Mi chiedo se l'autore l'abbia inserito intenzionalmente, proprio per creare quelle sensazioni che evochi così bene, o se piuttosto si sia trattato di una scelta intuitiva, incosciente. In ogni caso, quello che scrivi e come lo descrivi, mi fa pensare con prepotenza al famoso <em>punctum</em> di Barthes. Se questo picchiere ha colpito così direttamente te quanto me, qualcosa di speciale lo ha forse davvero. Ciao Claudio, molto bello quello che dici sulla disposizione del sito e su questo vai e vieni fra l’infinitamente grande della città e l’infinitamente piccolo di una persona. Persona che la vive ma soprattutto tassello che contribuisce a crearla, a costruire la città stessa. Sottolineare come sia una persona presa a caso, era qualcosa su cui non avevo specificatemente riflettutto, ma rivedendo la serie si ha proprio l’impressione che descrivi.

Condivido poi, come probabilmente già sai, quello che dici sulla bellezza. Certo mi piacciono i lavori che hanno un sostrato concettuale solido, ma l’apprezzamento ne va sempre al di là. In questi gironi, leggendo integralmente Zhuangzi, mi sta venendo in mente un parallelo un po’ arrischiato fra il rifiuto taoista della conoscenza cosciente a favore di una forma diversa di percezione e questa mia avversione al concettuale in favore dell’estetica poetica in fotografia. Argomento interessante che svilupperò forse un giorno un filo più a fondo. In ogni caso la serie “Attorno ad una foto” è nata proprio per parlare di fotografie che mi piacciono, senza per forza formalizzare il discorso, anzi divagando e investendo letteratura, cinema, musica, poesia, filosofia, ricordi personali, etc.

La parte che mi piace di più nel tuo commento comunque è quella sul bicchiere, tanto che mi dispiace quasi pensare come, se un giorno Thomas Damgaard vedrà questo articolo, forse non potrà apprezzare quello che viene detto nei commenti. Anche a me il bicchiere è uno degli elementi che più mi aveva colpito, fin da subito, una sorta di chiave, di punto nodale. Mi chiedo se l’autore l’abbia inserito intenzionalmente, proprio per creare quelle sensazioni che evochi così bene, o se piuttosto si sia trattato di una scelta intuitiva, incosciente. In ogni caso, quello che scrivi e come lo descrivi, mi fa pensare con prepotenza al famoso punctum di Barthes. Se questo picchiere ha colpito così direttamente te quanto me, qualcosa di speciale lo ha forse davvero.

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Comment on Rendere omogenea una superficie testurata con Photoshop by Fabiano Busdraghi /2008/camera-chiara/omogenea-superficie-texture-photoshop/comment-page-1/#comment-517 Fabiano Busdraghi Sun, 28 Dec 2008 14:46:56 +0000 /?p=576#comment-517 Ciao Mary, se mi spieghi nello specifico che difficoltà hai avuto forse posso aiutarti. Per quanto riguarda le immagini non credo di aggiungerle. Fra l'altro in questo caso non sarebbero di molto aiuto, perché non c'è nessuna procedura particolare da conoscere, se non creare una curva e associargli una maschera da livello, che sono operazioni elementari. Nei tutorial di camera chiara che scrivo sul blog ho fatto la scelta di tralasciare le informazioni veramente basilari, per non appesantire e rendere noiose le guide per un pubblico esperto. Per fare un parallelo, è come se in un libro di cucina, ad ogni ricetta, si spiega in dettaglio come accendere il fornello e riepire la pentola d'acqua, con foto allegate. Sarebbe eccessivo no? Nei libri di ricette si danno le idee, le procedure avanzate, si dice su quali passaggi riporre la massima cura, ma è comunque necessaria un po' di maestria dietro ai fornelli, bisogna già saper cucinare per fare un buon piatto seguendo una ricetta. Per esempio, tornando a Photoshop, nel commento di Raffello poco sopra c'è tutto il necessario per chi vuole provare la tecnica che descrive, e le immagini non aggiungerebbero poi molto. A scanso di equivoci voglio sottolineare che non si tratta di una scelta settaria, che non c'è da parte mia nessun senso di superiorità nei confronti di chi non conosce le basi di Photoshop. E' solo una scelta, c'è chi scrive libri universitari e chi per le elementari, l'autore dei primi non disprezza certamente l'autore dei secondi e tanto meno i bambini che imparano l'alfabeto. Semplicemente quando scrivo un articolo di camera chiara voglio far passare un concetto, più che una tecnica, e quindi mi dilungo soprattutto nei concetti che stanno dietro alla tecnica descritta, piuttosto che nella descrizione pratica. A questo devo poi aggiungere che, su internet, di guide e tutorial di base di photoshop ce ne sono veramente tanti e di ottimo livello, quindi credo che non valga la pena aggiungerne di nuovi, non apporterebbe nessuna conoscenza aggiuntiva. Per tornare a questo articolo, la comprensione completa e approfondita di cosa siano curve e maschere di livello è una conoscenza basilare e fondamentale per chiunque voglia fare del fotoritocco. <a href="http://www.russellbrown.com/" rel="nofollow">Russell Brown</a> sul suo sito ha pubblicato degli ottimi tutorial video, fra cui uno dedicato alle curve. Una volta compreso questo non dovrebbe esserci nessuna difficoltà ad applicare con successo la tecnica descritta. Per ogni domanda comunque sono qui. Ciao Mary,
se mi spieghi nello specifico che difficoltà hai avuto forse posso aiutarti.

Per quanto riguarda le immagini non credo di aggiungerle. Fra l’altro in questo caso non sarebbero di molto aiuto, perché non c’è nessuna procedura particolare da conoscere, se non creare una curva e associargli una maschera da livello, che sono operazioni elementari.

Nei tutorial di camera chiara che scrivo sul blog ho fatto la scelta di tralasciare le informazioni veramente basilari, per non appesantire e rendere noiose le guide per un pubblico esperto. Per fare un parallelo, è come se in un libro di cucina, ad ogni ricetta, si spiega in dettaglio come accendere il fornello e riepire la pentola d’acqua, con foto allegate. Sarebbe eccessivo no? Nei libri di ricette si danno le idee, le procedure avanzate, si dice su quali passaggi riporre la massima cura, ma è comunque necessaria un po’ di maestria dietro ai fornelli, bisogna già saper cucinare per fare un buon piatto seguendo una ricetta. Per esempio, tornando a Photoshop, nel commento di Raffello poco sopra c’è tutto il necessario per chi vuole provare la tecnica che descrive, e le immagini non aggiungerebbero poi molto.

A scanso di equivoci voglio sottolineare che non si tratta di una scelta settaria, che non c’è da parte mia nessun senso di superiorità nei confronti di chi non conosce le basi di Photoshop. E’ solo una scelta, c’è chi scrive libri universitari e chi per le elementari, l’autore dei primi non disprezza certamente l’autore dei secondi e tanto meno i bambini che imparano l’alfabeto. Semplicemente quando scrivo un articolo di camera chiara voglio far passare un concetto, più che una tecnica, e quindi mi dilungo soprattutto nei concetti che stanno dietro alla tecnica descritta, piuttosto che nella descrizione pratica.

A questo devo poi aggiungere che, su internet, di guide e tutorial di base di photoshop ce ne sono veramente tanti e di ottimo livello, quindi credo che non valga la pena aggiungerne di nuovi, non apporterebbe nessuna conoscenza aggiuntiva. Per tornare a questo articolo, la comprensione completa e approfondita di cosa siano curve e maschere di livello è una conoscenza basilare e fondamentale per chiunque voglia fare del fotoritocco. Russell Brown sul suo sito ha pubblicato degli ottimi tutorial video, fra cui uno dedicato alle curve. Una volta compreso questo non dovrebbe esserci nessuna difficoltà ad applicare con successo la tecnica descritta.

Per ogni domanda comunque sono qui.

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Comment on Lo sguardo glaciale di Thomas Damgaard by Claudio /2008/comunicazioni/sguardo-glaciale-dthomas-damgaard/comment-page-1/#comment-516 Claudio Sun, 28 Dec 2008 11:47:23 +0000 /?p=696#comment-516 Mi piace molto come è organizzato il sito, come sono alternate le foto, lo sguardo all'interno e quello all'esterno. La vista della città e lo zoom estremo su un abitante a caso di quella città. Ma io sono uno che si fa poco impressionare dalle idee, le posso trovare divertenti, piacevoli, argute, o insignificanti, ritrite, antiquate, ma non è ciò che cerco nella fotografia. Ciò che mi impressiona davvero è la bellezza della foto. Non sto qua a discutere su cosa intendo per bellezza, non credo sia neanche poi chiarissimo nella mia testa questo concetto, sarebbe impossibile da formalizzarlo per me, ora come ora. La prima foto comunque mi piace molto. Mi piacciono le soluzioni geometriche, le tapparelle che riflesse riprendono le prospettive dei palazzi, quasi a formare una griglia tridimensionale, mi piacciono i toni freddi, che quasi alienano. E poi quel tocco di glass (battuta squallida ma non sono riuscito a rinunciarci), ovvero quel bicchiere che quasi nascosto àncora alla realtà una foto che appunto tende ad alienarsi. Quel bicchiere sembra l'unico oggetto reale di tutta la foto, ha più vita della modella, tutto il resto sembra plastico e finzione, statico ed immutabile. Solo quel bicchiere pendente, con l'acqua pronta ad uscire, dona instabilità e tensione. Uno scatto che guardo e riguardo con estremo piacere ogni volta che scorro Camera Obscura, che mi dice qualcosa di nuovo ogni volta, davvero bello. Claudio. Mi piace molto come è organizzato il sito, come sono alternate le foto, lo sguardo all’interno e quello all’esterno. La vista della città e lo zoom estremo su un abitante a caso di quella città. Ma io sono uno che si fa poco impressionare dalle idee, le posso trovare divertenti, piacevoli, argute, o insignificanti, ritrite, antiquate, ma non è ciò che cerco nella fotografia. Ciò che mi impressiona davvero è la bellezza della foto. Non sto qua a discutere su cosa intendo per bellezza, non credo sia neanche poi chiarissimo nella mia testa questo concetto, sarebbe impossibile da formalizzarlo per me, ora come ora. La prima foto comunque mi piace molto. Mi piacciono le soluzioni geometriche, le tapparelle che riflesse riprendono le prospettive dei palazzi, quasi a formare una griglia tridimensionale, mi piacciono i toni freddi, che quasi alienano. E poi quel tocco di glass (battuta squallida ma non sono riuscito a rinunciarci), ovvero quel bicchiere che quasi nascosto àncora alla realtà una foto che appunto tende ad alienarsi. Quel bicchiere sembra l’unico oggetto reale di tutta la foto, ha più vita della modella, tutto il resto sembra plastico e finzione, statico ed immutabile. Solo quel bicchiere pendente, con l’acqua pronta ad uscire, dona instabilità e tensione. Uno scatto che guardo e riguardo con estremo piacere ogni volta che scorro Camera Obscura, che mi dice qualcosa di nuovo ogni volta, davvero bello.
Claudio.

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Comment on Rendere omogenea una superficie testurata con Photoshop by Mary /2008/camera-chiara/omogenea-superficie-texture-photoshop/comment-page-1/#comment-515 Mary Sun, 28 Dec 2008 11:39:07 +0000 /?p=576#comment-515 L'ho provata, ma non tengo nessun risultato... Non sarebbe meglio rendere la guida più completa inserendo delle immagini dei vari passaggi? L’ho provata, ma non tengo nessun risultato…
Non sarebbe meglio rendere la guida più completa inserendo delle immagini dei vari passaggi?

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Comment on Lo sguardo glaciale di Thomas Damgaard by Danx /2008/comunicazioni/sguardo-glaciale-dthomas-damgaard/comment-page-1/#comment-514 Danx Sun, 28 Dec 2008 11:00:33 +0000 /?p=696#comment-514 La 1^ e la 3^ son le migliori. Probabilmente non ha scritto nulla perchè, già solo il fatto che dalla Danimarca va a riprendere questi modelli e modelle in Asia, significa che i suoi affari li compie già :) La città è un grande luogo maledetto in cui ci ritroviamo buttati dentro solo per stare vicino al posto di lavoro e così via. Però a volte capita di trovare persone molto carine. Ultimamente ho trovato in un parco un vecchietto che da ogni giorno da mangiare a delle anatre, mentre ieri una signora mi ha offerto un pò di euro per portarle, in cambio una sua valigia pesantissima eheh Di sicuro bisogna URLARE, per stare come zombie alla finestra meglio spararsi! La 1^ e la 3^ son le migliori.

Probabilmente non ha scritto nulla perchè, già solo il fatto che dalla Danimarca va a riprendere questi modelli e modelle in Asia, significa che i suoi affari li compie già :)

La città è un grande luogo maledetto in cui ci ritroviamo buttati dentro solo per stare vicino al posto di lavoro e così via. Però a volte capita di trovare persone molto carine. Ultimamente ho trovato in un parco un vecchietto che da ogni giorno da mangiare a delle anatre, mentre ieri una signora mi ha offerto un pò di euro per portarle, in cambio una sua valigia pesantissima eheh

Di sicuro bisogna URLARE, per stare come zombie alla finestra meglio spararsi!

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