Il lavoro fotografico di Sophie Tramier, rigorosamente in luce naturale, è dedicato alla materia, le trasparenze, le forme. Pesci, frutti di mare, dolci, piatti, posate, bottiglie… tutti questi oggetti prendono vita davanti al suo obbiettivo, costituendo immagini dalla composizione elegante e raffinata. Al di là delle semplici nature morte, costituiscono un modo per rivelare il suo universo e la sua storia personale.
Ecco le fotografie e un’intervista a proposito del suo lavoro e della sua visione fotografica.
Fabiano Busdraghi: Puoi raccontarci la tua storia di fotografa?
Sophie Tramier: Fin dall’infanzia sono stata attirata dalla fotografia, dalla sua magia!
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Zoriah è un fotoreporter di guerra di cui apprezzo particolarmente il lavoro e il suo blog è sicuramente uno dei miei preferiti.
Innanzitutto il suo sito si discosta dalla maggior parte dei blog che conosco dedicati alla fotografia. In generale i blog di critica sono poco più che un susseguirsi di link ai siti dei fotografi con pochissimo o nessun impianto critico di accompagnamento. La maggior parte dei fotoblog in cui sono incappato invece mostrano le foto della domenica di qualche fotoamatore non troppo avvertito.
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Tempesta di sabbia in China
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AFP
Uno dei feed fotografici a cui sono abbonato è quello del Photo Journal del Wall Street Journal che ogni giorno pubblica delle belle foto di attualità ad alta risoluzione.
Fra quelle di oggi spicca una splendida foto di una tempesta di sabbia in Cina, il cui fondo marroncino perfettamente uniforme mi ha subito ricordato il fascino delle foto di Shōji Ueda. Cosa che mi piace particolarmente visto che di solito trovo che nelle foto sia presente un dettaglio aggiuntivo, mentre mi piacciono particolarmente le campiture uniformi.
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Da alcuni giorni a Parigi fa caldo, ma il cielo rimane velato e grigio, la foschia a tratti si addensa in nuvoloni grigi e sembra minacci di piovere. Ho accettato con piacere allora quando ieri pomeriggio un amico mi ha proposto di andare a vedere al Champo un documentario sulla Cina di Michelangelo Antonioni: Chung Kuo, Cina.
Michelangelo Antonioni è l’autore di Blow-up uno dei miei film preferiti e la Cina è una delle mie grandi passioni attuali, quindi non potevo assolutamente lasciar passare un’occasione come questa.
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Qualche settimana fa ho invitato i lettori di Camera Obscura ad aggiornare la loro iscrizione al feed, rendendo disponibili tutti gli aggiornamenti del sito in un unico feed indipendentemente dalla lingua.
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Al fronte, Non c’è modo di cambiare il destino quando le trappole sono scattate. Collage e tecnica mista su pannello telato, 30x40cm, 2007.
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Valentino Albini
Valentino Albini è un fotografo che da molti anni si dedica anche al collage in tecnica mista. La materia prima sono le pagine delle riviste, che vengono rielaborate in modo estremamente vario: abrasioni, aggiunta di elementi eterogenei, scolorimenti, inchiostri, e via dicendo.
Personalmente sono sempre stato interessato ai lavori che si pongono alla frontiera fra più arti visive, o che utilizzano la fotografia come base di partenza, come elemento di un processo creativo di più ampio respiro. Il risultato di Valentino Albini certo è lontanissimo dalle fotografie di partenza, fotografie che molto probabilmente sono passate attraverso innumerevoli vicissitudini e ritocchi addirittura prima di esser stampate sulle pagine di una rivista, per poi finire fra le mani di Valentino Albini e passare uno stadio di trasformazione ancora più radicale, venir reinventate completamente, creando il mondo poetico e sognante di Valentino Albini.
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Da circa un anno ho iniziato a pubblicare le traduzioni in inglese degli articoli che appaiono su Camera Obscura, oltre che a tradurre in italiano tutti quelli che scrivo direttamente in inglese o in francese. Da un sito principalmente in italiano col passare del tempo Camera Obscura si è trasformato in un sito dove l’inglese e l’italiano assumono sempre più la stessa importanza. Più recentemente, un discreto numero di fotografi sta rispondendo al mio appello ad approfondire il discorso sulla fotografia, fotografi che nella maggior parte dei casi scrivono in inglese. Sto quindi ricevendo un numero importante di articoli da tradurre in italiano, attività che porta via tantissimo tempo.
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Alcuni anni fa, quando stavo iniziando a lavorare con le tecniche antiche e alternative, scoprii il sito di Galina Manikova, e me ne innamorai. Finalmente avevo trovato un’artista/fotografa che non stampava sulla semplice carta, ma che lavora con un’incredibile varietà di supporti e tecniche, il cui risultato incontrava pienamente i miei gusti.
Gli anni sono passati, ma ho continuato ad ammirare le opere di Galina Manikova, tornando spesso sul suo sito. Sono stato molto contento quindi quando ha accettato di scrivere un articolo per Camera Obscura, in cui parla del suo ultimo progetto: delle fotografie su ghiaccio in grande formato.
Testo e foto seguenti di Galina Manikova.
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