Canale nero
Canale K ottenuto riconvertendo in RGB il file CMYK dopo la soppressione dei canali colore (in alto) e immagine ottenuta con una semplice conversione in scala di grigi dell’immagine originale (in basso).

Inizialmente ho pensato di risolvere il problema ridistribuendo i valori della scala di grigio applicando una curva che tagli completamente le alte luci, ma l’unica cosa che sono riuscito ad ottenere è sporcare la stampa e ottenere una curva di contrasto innaturale. L’effetto è di immagine spenta e piatta.

Ho provato allora, per ottenere il negativo per la stampa VDB, una conversione in scala di grigi dell’immagine RGB di partenza al posto del canale K ottenuto dopo l’eliminazione dei canali colore. Come si può notare le alte luci adesso contengono dell’informazione, ovvero la stampa VDB potrà “spegnere” la saturazione anche nelle alte luci della stampa.
A prima vista questo potrebbe rendere la stampa troppo scura e piatta, ma almeno la gamma tonale è completa dalle ombre alle alte luci, e non solo nelle ombre, come succede utilizzando il canale K.

Per quanto riguarda invece la stampa a getto di inchiostro, solita procedura per ottenere i canali CMY, ritorno a RGB e una desaturazione parziale, applicata soprattutto sulla pelle, per tenere a bada i colori troppo squillanti.

Tutto questo in teoria. Da qualche settimana avevo preparato il file con i canali colore e l’immagine in bianco e nero, ma continuavo a chiedermi se questa variante rispetto al metodo di Reeder poteva funzionare o meno. Questa mattina poi ho stampato uno splendido VanDyke, con dei neri assolutamente superbi e un ottimo contrasto. Peccato che si trattava di un vecchio negativo stampato giusto per verificare che la nuova soluzione VDB funzionasse correttamente. Comunque, incoraggiato dal resultato e con la voglia di stampare immagini nuove, sono andato a ripescare i miei file di separazione del guardiano di Roscigno. Ho stampato il negativo digitale, purtroppo utilizzando un colore e una curva leggermente approssimativa, ma per ora non ho voglia di ricalibrare la stampa VDB. Poi ho stampato a getto di inchiostro su Arche Platine, Cot-320 e Lavis Vinci.

Ecco le prime sorprese, piuttosto spiacevoli. Ancora prima di mettersi alle tecniche antiche. Ho stampato utilizzando la gestione colore di Photoshop e il profilo colore standard della 2100, non aspettandomi grosse dominanti. Invece con il profilo per carta acquarello si ottiene una spiacevolissima dominante verdognola, con il profilo per carta matte invece una dominante magenta. In ognuno dei due case delle tre carte la Cot-320 è la più verde, la Lavis Vinci la più magenta.

Il risultato migliore l’ho forse ottenuto con una piccola correzione tonale applicata a mano prima di stampare, solo sulle ombre, shiftando il colore verso il magenta. Non so se vale la pena construire un profilo icc personalizzato per ogni tipo di carta utilizzato, visto che in seguito alla conversione da CMYK a RGB i colori sono già pesantemente modificati. Probabilmente conviene stabilire un livello di desaturazione e correzione di dominante applicato a mano e accettare le piccole variazioni. Nel fondo e nei vestiti sono decisamente accettabili, l’unico vero problema rimane l’incarnato.

Per quanto riguarda la stampa Van Dyke Brown niente di particolare da signalare, salvo che la soluzione fa fatica “a prendere” sull’inchiostro, come se questo avesse reso la carta leggermente idrofoba. Ho risolto aumentando leggermente la quantità di sensibilizzatore per unità di superficie e prolungando di qualche secondo la procedura di stesa. In questo modo si incrociano le pennellate, si da modo alla carta di inumidirsi uniformemente. In un’immagine molto dettagliata come quella su cui ho lavorato non si nota nessuna irregolarità nella stesa, ma potrebbe essere un problema per immagini con vaste aree uniformi.

Guardiano proloco Roscigno VDB su pigmenti
Guardiano Proloco Roscigno stampa Van Dyke Brown su pigmenti. Carta Arche Platine 28×38 cm, dimensione immagine 20×30 cm.

I primi risultati sono decisamente incoraggianti.

Si ottiene un grano curiosamente grosso e secco, dovuto probabilmente al fatto che le carte da disegno non sono adatte alle stampe inkjet, che resta comunque molto piacevole. La stampa è effettivamente più scura dell’originale, come anticipato. Questo è in parte dovuto al fatto che la curva usata per generare il negativo è approssimativa, in parte alla scelta di utilizzare una scala di grigi invece del canale K. L’immagine, visto che i canali CMY sono stati parzialmente desaturati, ha anche dei colori meno squillanti, che però sono decisamente più piacevoli una volta che si ha la stampa fra le mani.

La stampa VDB aggiunge delle ricche ombre, che danno un’incredibile tridimensionalità alla giacca rossa, che si stacca prepotentemente dal fondo. La dominante verde è particolarmente spiacevole, quella magenta accettabile, con una leggera desaturazione aggiuntiva del viso sarebbe quasi perfetta. Delle tre carte utilizzate l’Arche Platine esce sicuramente vincente rispetto alla Cot-320 e alla Lavis Vinci, sia per la tonalità della stampa a getto di inchiostro che per la finezza della stampa Van Dyke Brown. La Lavis Vinci in particolare presenta delle spiacevoli macchie grigiastre.

Come prima conclusione quindi, l’idea di utilizzare una conversione in scala di grigi al posto del canale K per ottenere un negativo digitale per stampe VDB su pigmento si dimostra vincente. L’immagine ottenuta presenta dei colori quasi naturali, uniti comunque ad una resa tutta particolare, a metà fra le stampe colorate a mano negli anni cinquanta e le quadricromie alla gomma bicromata.




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