Le linee di vita, di fuga e di divenire reale di Cristina Mian e Marco Frigerio
Fabiano Busdraghi: Figurati, su Camera Obscura questo genere di provocazioni, i punti di vista scomodi, sono tutti ben accetti. Per finire ecco l’ultima domanda: la storia dell’arte è curiosamente costellata da coppie per la vita e la fotografia. In genere le opere prodotte sono diverse da quelle di un collettivo di artisti. Quando si entra in contatto col lavoro di marito e moglie fotografi si ha l’impressione che siano un tutt’uno fotografico. Che cosa significa per voi lavorare a due? Come ripartite i compiti?
Cristina Mian: La fase teorica, la fase preparatoria del portfolio, quella in cui decidiamo su cosa lavorare e come realizzare le immagini, solitamente è frutto di una stretta collaborazione e di un confronto costante di idee, intuizioni, visioni.
Generalmente ad uno due viene l’idea per un nuovo portfolio e la comunica all’altro, e da quel momento cominciano discussioni e riflessioni serratissime, fino a che, di comune accordo, decidiamo se attuare o no il progetto che, per via di questo confronto, può subire anche alcuni mutamenti rispetto alle intenzioni iniziali.
Ad ad essere sincera negli ultimi anni le idee sono sempre arrivate da ambiti molto lontani dalla fotografia, principalmente la filosofia e la poesia, che sono gli ambiti di studio di Marco, è il caso ad esempio del prossimo lavoro sul Corpo senza Organi che è stato ispirato dalla lettura di Antonin Artaud e di Gilles Deleuze e Felix Guattari, a volte invece attingiamo dalla pittura, che è invece più vicina alle mie corde, anche se però devo ammettere che anche le influenze pittoriche vengono in qualche modo “filtrate” dalla lettura di saggi di critica, piuttosto che di trattati di filosofia.
Nella fase di scatto invece i ruoli, da un punto di vista tecnico, sono molto ben definiti: io mi occupo della composizione, dell’utilizzo del banco ottico, della “regia” della scena nel caso ce ne fosse bisogno.
Marco invece, per quanto riguarda l’ambito tecnico, si occupa solo delle rilevazioni esposimetriche, e questo perché mentre io sono impegnata ad armeggiare con il banco lui, essendo l’attore principale delle composizioni e delle azioni che introduciamo nelle nostre immagini, comincia a tessere una forma di “rapporto” con l‘ambiente, con le condizioni di scatto, fa una prima verifica sulla sua pelle delle regole di attuazione del programma.
Comunque posso anticipare che abbiamo deciso che anche io entrerò in prima persona nelle nostre immagini, anche io sarò parte attiva nella creazione di concatenamenti e di processi di divenire reale, nel prossimo lavoro sul Corpo senza Organi vedrete sicuramente anche me…
Marco Frigerio: E comunque per noi lavorare in due fa parte ancora di quel processo continuo di volontà di “sgambettamento” e tradimento delle intenzioni, delle azioni, per accedere a territori imprevisti ed inauditi, fa parte della nostra avversione per l’idea di autorialità intesa come autorità individuale, questa nostra simbiosi è ancora uno smarrirsi, un modo per essere affetti uno dall’altra ed affidarsi all’oblio, a quella forma di indiscernibilità in cui si cessa di essere soggetto, si cessa di essere senso, si cessa di essere un Io ma si è finalmente una moltitudine affollata, una muta, una infezione nella selva dei concatenamenti…
Cristina Mian (nata nel 1967) e Marco Frigerio (nato nel 1966), sono moglie e marito, formano quindi una coppia sia nella vita che nella fotografia.
Lavorano principalmente con macchine fotografiche a grande formato, 4×5″ (10×12cm) e 8×10″ (20×25cm), e curano personalmente le stampe delle loro immagini utilizzando stampanti digitali inkjet. La loro formazione artistica ha origine nella poesia e nella pittura, poi in anni recenti hanno scoperto la fotografia ed è stato l’inizio di una inarrestabile e divorante passione, tanto che oggi si dedicano esclusivamente a questa forma di espressione artistica.
Il sito con i loro lavori fotografici è raggiungibile all’indirizzo: www.cristinamian.com.
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Camera Obscura
said, September 8, 2008 @ 6:46 PM :
[...] parlato durante tutto l’anno scorso, era uno degli argomenti centrali dell’intervista le linee di vita, di fuga e di divenire reale, avevo persino avuto modo di vedere alcuni negativi grande formato poggiati sulla tavola luminosa, [...]