Torchietto o pressino
L’innovativo sistema di pressione utilizza 6 manopole regolabili indipendentemente e finemente invece delle classiche molle. Si notino le aperture a scatto che velocizzano l’ispezione della stampa e l’anellino di apertura dei pannelli del fondo.

Il pressino o torchietto (chassis presse in francese o printing frame in inglese) è uno strumento essenziale per ogni stampatore di tecniche antiche. Quasi tutte infatti sono tecniche di stampa per contatto ed è quindi necessaria un’adesione perfetta fra il negativo e il supporto della stampa, pena la perdita dei dettagli più fini e adirittura la presenza di zone spiacevolmente flou. Inoltre è necessario poter ispezionare la stampa per determinarne la corretta esposizione senza perdere il registro fra negativo e stampa.

Queste due caratteristiche fondamentali dei torchietti sono facilmente ottenibili sui piccoli formati, mentre il tradizionale sistema di pressione a molle metalliche diventa via via meno efficiente al di là del 20x30cm, rendendo necessari dei costosi e spesso molto rumorosi sistemi di pompe a vuoto.

Utilizzando un innovativo sistema di pressione i pressini che uso risolvono il problema del contatto per formati ben superiori. Questo modello di torchietto inoltre è costruito con una speciale attenzione alla versatilità (è infatti possibile stampare su supporti dallo spessore anche molto diverso fra loro), alla facilità di utilizzo e alla velocità di apertura. Inoltre coniuga queste caratteristiche con tante piccole accortezze frutto di anni di esperienza di stampa, prove e prototipi di torchietti, che ne fanno uno strumento versatile e completo.

I pressini che utilizzo sono interamente costruiti a mano in modo artigianale. Oltre all’aspetto estetico, la versatilità e la cura dei dettagli, in ogni caso la massima attenzione è messa nel garantire una pressione ottimale, ottenuta grazie alla perfettà planeità del fondo, la scelta di materiali di prim’ordine, l’innovativo sistema a manopole, etc.

Il tutto ne fa uno strumento di precisione indispensabile per ogni stampatore per contatto che desidera sfruttare al massimo i propri negativi di grande formato.

Specifiche del pressino

Ingombro totale: 46x62x9.5cm (con meccanismo di pressione alla massima estensione, la minima è di 6.5cm)

Peso: 5500 grammi

Dimensioni cornice: 44x62cm

Dimensione massima immagine: 38.5x56cm

Massimo formato carta: 40.5x58cm

Spessore vetro: 3mm (aumentabile a 5-6mm)

Le dimensioni sono scelte in modo da stampare agevolmente negativi di formato A3+, i più grandi generalmente utilizzati dall’avvento dei negativi digitali. La scelta del formato del supporto di stampa di 38x56cm permette di utilizzare senza scarto la metà di un foglio 56x76cm, uno dei formati più utilizzati dai costruttori di carta per le belle arti. Sul 38x56cm si ottiene quindi un’immagine di formato A3+ con un bordo di circa 4cm. Naturalmente il pressino può essere usato per stampare senza scarto sul quarto di foglio 70x100cm, un’altro formato standard dei costruttori di carta; oppure stampare un negativo più piccolo dell’A3+ su un foglio più grande, in modo da avere dei bordi decisamente più ampi.

Aumentare le dimensioni scelte, anche se possibile, rende necessarie pressioni decisamente più forti, sopportate solo da lastre di spessore superiore, che rendono più lunga l’espozione. Aumenta inoltre il rischio di ottenere zone flou e irregolarità senza utilizzare le pompe a vuoto. L’uso di formati superiori, per esempio 50x70cm, in modo da usare il mezzo foglio 70x100cm, va quindi valutato con cura.

Materiali di costruzione del torchietto

La struttura della cornice e i traversini a cui sono applicate le manopole di pressione sono realizzati in tulipier, un legno duro e dalla fibra compatta, che garantisce una perfetta stabilità dimensionale e il mantenimento della squadra del telaio, anche dopo molti mesi di uso a forti pressioni.

Printing frame
La struttura del pressino è realizzata in tulipier, il fondo -rivestito di feltro nero- in compensato marino di pino multistrato. Le manopole di pressione, le chiusure e le cerniere sono in acciaio.

Il fondo è realizzato in compensato marino di pino. Il multistrato, incrociando i vari strati di legno in direzioni diverse, garantisce la planeità del fondo nel tempo, caratteristica essenziale di un pressino perché possa comprimere la carta in maniera uniforme in ogni punto. Inoltre il compensato marino, oltre ad essere resistente all’umidità, è di migliore qualità del multistrato comune.

Fondo, telaio e traverse sono verniciate con diverse mani di impregnante e finitura, in modo da garantire la conservazione del pressino e mantenere la tinta naturale del legno.

La parte interna del fondo è ricoperta di feltro nero opaco, in modo da compensare le irregolarità della carta e del legno.

Le cerniere, le chiusure rapide e le manopole di pressione sono realizzate in acciaio.

Sistema di pressione del pressino

Storicamente la pressione che unisce carta e negativi nei torchietti per stampe da contatto è assicurata da due o più molle che comprimono il fondo contro il telaio. Questo sistema soffre di alcuni svantaggi:

  • Sebbene le molle offrano una certa elasticità non è possibile variare significativamente lo spessore del supporto della stampa. Non è possibile per esempio utilizzare lo stesso pressino per stampare su carta o su una lastra di legno o di vetro.
  • Tutti i materiali col tempo perdono elasticità, anche l’acciaio con cui sono costruite le molle lentamente si adatta e prende la forma di queste ultime sotto pressione, il torchietto diventa sempre meno efficiente con il passare dei mesi. Per ovviare a questo problema la maggior parte degli stampatori spessorano il pressino aggiungendo fra fondo e stampa strati di vari materiali come feltro, neoprene o persino cartone, cosa che rende difficile o addirittura impossibile l’ispezione dal retro della stampe in fase di esposizione.
  • Nei torchietti di grosse dimensioni è necessario un gran numero di molle, in modo da distribuire uniformemente i punti di pressione sul fondo. Questo rende lungo e macchinoso il procedimento di apertura del fondo e posizionamento della stampa.

Per ovviare a tutti questi inconvenienti è stato messo a punto un sistema innovativo di pressione che permette di ottenere pressioni più forti, durature nel tempo, regolabili finemente e indipendentemente le une dalle altre e infine adattabili allo spessore del supporto. Il tutto coniugato alla facilità di utilizzo e alla rapidità di apertura e ispezione della stampa.

Ognuno dei tre pannelli del fondo è tenuto compresso da una traversa cui sono applicate due manopole di pressione, per un totale di sei punti di pressione sul fondo del torchietto.

La pressione di ogni manopola può essere regolata indipendentemente e finemente ruotando un registro di messa a punto. Un sistema di blocco permette di mantenere il livello di pressione scelto, senza dover registrare la pressione fra una stampa e l’altra. Il sistema deve essere ricalibrato solo quando lo spessore del supporto di stampa varia sensibilmente. Inoltre è possibile stampare direttamente sul supporto stesso rimuovendo il fondo, come succede se si stampa su materiali spessi come ad esempio tavole di legno.

Le coppie di manopole di pressione sono montate sulle traverse, incernierate su un lato del telaio e bloccate da una chiusura rapida a scatto sull’altro lato. Questo significa che, una volta regolata la pressione, il torchietto si apre e chiude molto velocemente agendo unicamente sulle tre aperture a scatto che bloccano le traverse.

Fra la manopola e il dorso del fondo è presente un gommino che compensa le irregolarità di pressione, in maniera simile alle molle di concezione classica, il grosso vantaggio del sistema è la grande versatilità che permette di adattare la pressione alle più svariate esigenze.

Il sistema è progettato in modo da concentrare la pressione al centro dell’immagine, lasciando gli eventuali problemi sui bordi, dove in generale si lascia un bordo bianco di carta e dove quindi non pregiudicano la stampa (Utilizzando un negativo di formato A3+ il bordo libero dall’immagine è di qualche centimetro).

Infine, per lunghi periodi di inattività, le manopole possono essere facilmente scaricate, in modo da mantenere una pressione minima che tiene chiuso lo chassis presse, senza sottoporre la struttura ad una dannosa pressione intensa e prolungata.

Altre caratteristiche del torchietto

Il colore dello strato di feltro incollato sul fondo è nero opaco, in modo da minimizzare la riflessione della luce sul fondo. Infatti, nel caso si stampi su materiale trasparente come vetro o pellicole, la luce che passa attraverso le parti chiare del negativo, attraversa anche il supporto trasparente e viene diffusa dal fondo del pressino se questo non è opaco, rendendo poco nitide le stampe. Questo pressino invece, grazie al fondo nero, può essere usato anche per duplicare negativi per contatto.

Cassis presse
Apertura simultanea di un pannello laterale e del pannello centrale. Si noti l’incasso a T nelle giunture del fondo che impedisce le infiltrazioni di luce dal retro.

Il fondo è diviso in tre pannelli, ed è interamente rimovibile per il posizionamento della stampa. Per il controllo dell’esposizione invece si può aprire indipendentemente uno dei due pannelli laterali, entrambi in contemporanea, oppure un pannello laterale assieme a quello centrale. Questo sistema permette l’ispezione contemporanea dei due terzi dell’immagine e l’accesso, tramite chiusura e riapertura, all’immagine intera, permettendo il controllo dell’esposizione in ogni punto di questa. I due pannelli laterali sono dotati di un apposito anellino che ne facilita la presa e l’apertura.

Le giunture dei pannelli del fondo sono fresate a T in modo da rendere il fondo impenetrabile alla luce. Questa è una caratteristica essenziale altrimenti si ottengono delle righe esposte sulla stampa in corrispondenza delle linee di giunzione dei tre pannelli, dovute a infiltrazioni di luce dal retro.

I bordi interni della cornice sono sguanciati in modo da eliminare le ombre della cornice stessa sull’area dell’immagine, problema che affligge in maniera particolare i pressini utilizzati con una sorgente di luce puntiforme. Questo permette di utilizzare completamente l’area destinata all’immagine e di evitare le caratteristiche irregolarità di esposizione vicino al bordo.

Il vetro è completamente rimovibile in modo da facilitarne la pulizia o il lavaggio completo e la sostituzione in caso di rottura. La lastra non è mai a contatto del legno, ma tocca sul feltro del fondo e su di una fascia di neoprene interposta fra il vetro e la cornice del telaio. In questo modo si evita che la pressione venga concentrata sulle imperfezioni del legno o su piccoli granelli di sporcizia che possono interporsi fra telaio e vetro, una delle principali cause di rottura dei negativi su vetro.

Varianti del pressino

Nel caso si stampi su di una carta eccezionalmente sottile e che tende a incresparsi in maniera particolarmente evidente può esser necessario aumentare la pressione oltre il livello normalmente necessario. Il vetro può venir quindi sostituito con uno di spessore maggiore in modo che non si rompa anche con le manopole di pressione regolate in modo da spingere il fondo con forza ben superiore a quella usuale. Un vetro molto spesso però allunga notevolmente i tempi di esposizione, motivo per il quale il torchietto monta di serie un vetro dello spessore di 3mm, che sopporta pressioni sufficienti a mantenere piani la stragrande maggioranza dei supporti utilizzati per la stampa.

Per particolari esigenze è possibile richiedere torchietti personalizzati, per esempio che permettono di stampare su materiali di spessore superiore ai due centimetri. Anche l’area di stampa è variabile. Può essere ordinato un pressino speciale che accetti fino al formato 50x70cm, oppure se si desidera stampare dei negativi su rullo è possibile per esempio richiedere la costruzione di un pressino 40x120cm dotato di un fondo a 6 pannelli e 12 punti di pressione.


2 commenti »

  1. gioacchino

    ha detto, il 10 Marzo 2012 @ 5:23 pm :

    Ciao, sono in possesso di un antico torchietto a tampone della ditta Lamperti e Garbagnati milano degli inizi del 1900, in ottime condizioni (mancante del vetro).
    Con le tue spiegazioni ho meglio chiaro il suo antico funzionamneto; vorrei chiederti: quello che si poneva tra il feltro ed il vetro era la lastra negativa e la carta emulsionata ?la lastra negativa era prodotta nella macchina fotografica? Dopo che si metteva il tutto nel torchietto veniva accesa una fonte di luce dal vetro?
    Sai anche che valore commerciale abbia il mio torchietto?
    Grazie

  2. Fabiano Busdraghi

    ha detto, il 10 Marzo 2012 @ 7:27 pm :

    Ciao, e intanto grazie per i complimenti. Per quanto riguarda le tue domande:

    In generale non si metteva un negativo e la carta fra vetro e feltro, perché di solito i negativi erano su vetro. Nel torchietto veniva quindi posto il negativo su vetro (al posto del vetro trasparente di oggi) e il torchietto serviva per premere la carta emulsionata appunto contro il negativo su vetro. Poi naturalmente il torchietto poteva essere utilizzato come si fa oggi, con negativo su pellicola e carta sensibile, oppure con tutte le altre possibili combinazioni: negativo su carta, stampe su legno o metallo, etc.

    La lastra negativa veniva di solito ottenuta direttamente in macchina, ma erano frequentissimi le riproduzioni di negativi, le manipolazioni, etc. Tutto materiale ottenuto con tecniche estremamente varie, che richiederebbero un libro intero per essere descritte.

    In generale come fonte di luce veniva utilizzato il sole. Potente e economico, cosa si chiede di più?

    Il valore economico del tuo torchietto, spero di non deluderti, è molto basso. Se è un torchietto piccolo: 5x10cm, 10x15cm si vende nei mercati per fra i 5€ e i 20€. Se il torchietto supera il 30x40cm allora il prezzo oscilla fra i 30€ e i 100€. Un torchietto moderno, con sistema di pressione efficace e dimensioni importanti, invece vale dai 200€ ai 1000€.

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