Colatura gommica
Se si interrompe lo sviluppo di una gomma bicromata prima che questo sia completo, il pigmento della stampa colerà durante l’asciugatura.

Oggi ho fatto ordine fra l’infinità di stampe che si sono accumulate nel tempo nei miei raccoglitori.

In genere non conviene buttare via nulla, visto che mesi dopo si scopre una tecnica che permette di sfruttare o correggere quello che prima era l’errore, oppure ci si chiede come si otteneva un certo effetto, o più semplicemente rivedendo gli errori e le note di allora si evita di ricadere in un errore già fatto.

Ho riguardato tutte le stampe degli ultimi mesi, che nel tempo si erano tutte mescolate fra loro. Ho messo da parte le migliori, da un’altra le medie, in una cartella quelle su cui uno strato di gomma può cambiare tutto, in un’altra ancora quelle talmente venute male che l’unica cosa da fare è stampare sul retro o utilizzarle per fare test e esperimenti.

Da questa collezione di insuccessi ho tirato fuori alcuni esempi di stampe in cui qualcosa è andato completamente storto, e ho deciso di pubblicarle per farne una piccola collezione di orrori. Convinto che dai problemi spesso si impara di più che dagli articoli puliti puliti in cui tutto funzione, spero che questi articoli possono aiutare il lettore a individuare la causa dei propri problemi di stampa e porvi rimedio.

La colatura del pigmento nelle stampe alla gomma

Quale miglior tecnica per cominciare una galleria di orrori che la gomma dicromata? Sebbene sia una splendida procedura di stampa è facilissimo ottenere stampe terribili, gli errori sono tutti dietro l’angolo.

Nel caso in questione si tratta di quella che i grandi maestri del pittorialismo francese di inizio secolo chiamavano culée gommique, che può essere tradotta con l’espressione che suona veramente pessima “colatura gommica”. In pratica si ottengono delle striature di pigmento che colano sull’immagine e sui bordi di questa.

La colatura gommica si presenta ogni volta che si interrompe lo sviluppo prima che questo sia completo. Lo sviluppo infatti è considerato completo quando, sollevata la stampa in verticale, non si nota più colare nessuna traccia di pigmento. Sebbene sembri una definizione tautologica con il gatto che si morde la coda, è proprio per questo motivo che si ottiene la colatura gommica, perché la stampa è stata ritirata troppo presto dal bagno di spoglio.

Ci sono varie ragioni per interrompere precocemente lo spoglio. Lo sviluppo della gomma bicromata è uno strumento incredibilmente potente che permette di correggere, reinterpretare e reinventare infinitamente l’immagine, una caratteristica propria solo delle tecniche ai colloidi pigmentati che sviluppano per spoglio dell’immagine. Inoltre in genere, una volta esposta l’immagine, si ha la tentazione di adattare la stampa al negativo e non viceversa, ovvero si cerca di ottenere una stampa decente con quello che si ha in mano. Infine, visto che la gomma in generale lascia uno strato trasparente di pigmento sulla carta, si ha sempre la tentazione di lasciare il massimo del colore per ridurre il numero di stese successive. Una tentazione più che giustificata se si pensa alla lentezza del procedimento e alla pazienza richiesta allo stampatore.

Soluzioni contro la colatura gommica

Per evitare la colatura gommica si deve naturalmente sviluppare l’immagine più a lungo. Se questa si perde eccessivamente nel bagno di spoglio allora sarà necessario esporre di più, oppure utilizzare una mescola più dura, quindi con più dicromato (ma questo modifica contrasto, tempi di esposizione, etc), abbassare la temperatura del bagno, fare uno strato più leggero (ma questo aumenta il numero di stampe sovrapposte necessarie per ottenere l’immagine finale).

Un’utilie accortezza è quella di sviluppare a temperatura ambiente o superiore, quindi immergere la stampa per un paio di minuti in acqua molto fredda subito prima di stenderla ad asciugare. In questo modo si ottiene una specie di bagno d’arresto dello spoglio, visto che la gomma si indurisce e impedisce al pigmento di colare.

L’asciugatura resta comunque importante. Per sottrarre al massimo l’acqua dalla stampa la si può posare su uno strato di carta assorbente, tamponare i bordi dell’immagine sempre con un materiale assorbente, poi trasferirla su di una zanzariera in modo che asciughi anche da sotto e sottoporla ad una corrente d’aria fredda (con il phon si rischia di reticolare la gomma) in modo da sottrarre l’acqua dal foglio il più velocemente possibile.

Per evitare ristagni d’acqua sulla superficie dell’immagine si può inclinare la zanzariera a 45°, oppure appendere direttamente la stampa in verticale. In entrambi i casi, se lo sviluppo non è stato veramente completo, si verificheranno alcune colature. Se si lascian passare 5-10 minuti, si rimette la stampa sul piano di lavoro, si tamponano le colature in modo da non lasciare macchie sul bordo e si riappende la stampa con l’alto e il basso invertiti, in generale non rimane più abbastanza acqua sulla superficie dell’immagine per produrre altre striautre di colore sui margini della stampa.

Con queste accortezze le colature gommiche dovrebbero a questo punto essere sotto controllo.


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