Influenza della curva di generazione del nero sulla separazione del colore
Durante la settimana del corso di stampa al carbone, tenuto da Damiano Bianca, ho discusso lungamente con lui la questione della separazione dei canali nero e colore di un’immagine, mostrandogli i risultati ottenuti sovrapponendo una scala di grigi al posto del canale K nella stampa VDB ai pigmenti.
Damiano mi ha istruito su un mondo sconosciuto e affascinante, quello della stampa tipografica prima dell’avvento dell’era informatica, quando preparare i negativi dei vari canali era ancora il compito in mano ad una figura professionale ben precisa, un addetto che si occupava solo di quello, con tutta la sapienza che ci vuole per farlo con materiali analogici. Mi ha quindi convinto dell’importanza della curva di generazione del nero, spiegandomi che è una scelta essenziale nel risultato.
Nella teoria dei colori, per ottenere un nero perfetto, basterebbe sovrapporre ciano, magenta e giallo. Nella realtà un misto di questi tre colori, a causa delle impurità nei pigmenti, dà sempre uno spiacevole marrone. Per ovviare a questo inconveniente, stampando in quadricromia, viene aggiunto appunto un quarto strato di pigmento nero, che neutralizza le ombre e dà più profondità e risalto alla stampa.
A questo punto entra in gioco la curva di generazione del nero. Le parti scure della stampa infatti possono contenere una certa percentuale di “nero” ottenuto mischiando ciano, magenta e giallo e una di nero puro. Quanto pigmento mettere nelle ombre, nei toni medi e nelle luci, e quanto nero invece ottenere dalla sovrapposizione dei canali fondamentali è quello che si chiama scegliere una curva di generazione del nero.
Quest’opzione in Photoshop è disponibile scegliendo “Custom CMYK” come spazio di lavoro in “Edit->Color Settings”. È allora possibile scegliere fra diverse curve di generazione del nero. Personalmente, fino a questo momento ho utilizzato il valore predefinito “Medium” mentre Ron Reeder, nella pagina Making a Color Separation del suo manuale sulla stampa ai pigmenti e platino consiglia “Maximum”. Alla luce di quanto imparato da Damiano ho capito che la scelta di Ron Reeder potrebbe essere migliore, mi sono quindi proposto di analizzare l’influenza della generazione del nero sulla separazione del colore, confrontando fra loro la curva medium e maximum.
Confronto delle curve di generazione del nero
Già a partire dalla conversione da RGB a CMYK si possono notare le prime differenze. Utilizzando la curva maximum l’immagine è leggermente meno satura, come si può notare nel foulard sulla testa della donna e sul panno viola posato dietro il piede nudo. Anche il muro e il selciato hanno perso la leggera dominante che avevano utilizzando la curva medium. Sebbene le differenze siano piccole e i colori verrano ancora ampiamente deformati dalle conversioni successive, il fatto che utilizzando la curva maximum il file CMYK sia di partenza meno saturo è un fatto importante. Il grosso problema nella stampe VDB su pigmenti è infatti l’aumento di saturazione che si ottiene nelle alte luci, motivo per il quale avevo iniziato ad utilizzare una scala di grigi al posto del canale K.
Una volta eliminato il canale nero le differenze però diventano eclatanti. Utilizzando la curva maximum solo pochissimo colore è utilizzato per dare le dominanti e il colore appare solamente nelle zone dell’immagine più sature, come la gonna e il fazzoletto sulla testa della donna. Nel caso della curva medium invece moltissimo colore è utilizzato per costruire le ombre, che appaiono appunto marroni. Il fatto che effettivamente nell’immagine ci sia meno colore dovrebbe ridurre le deformazioni di questo e l’apparire di dominanti.
Sebbene non sia questo lo scopo dello studio, en passant si può notare inoltre che nel primo caso si sprecherà meno inchiostro della stampante. Questo implica certo un piccolo risparmio economico sui carissimi inchiostri della stampante, a cui si aggiunge, ed è molto più interessante, anche un probabilmente vantaggio sulla conservazione della fotografia. Magari non è verissimo per le stampe VDB, ma scommetterei che un tirage in cui il nero è generato da un’immagine al platino o palladio sia molto più resistente di uno in cui le ombre, per una buona metà, sono costruite mischiando i ben più fuggitivi pigmenti di una stampante a getto d’inchiostro.
Una volta riconvertita l’immagine in RGB l’immagine ottenuta con una curva maximum resta effettivamente meno satura di quella cui è stata applicata una curva medium. Nonostante questo in entrambi i casi il passaggio da CMYK a RGB ha portato ad un aumento generale della saturazione e all’apparire di dominanti. L’uso della curva maximum di generazione del nero al posto della medium, anche se migliora leggermente la situazione, non risolve i problemi legati alla conversione da uno spazio di colore all’altro. Il più spiacevole dei quali è un aumento considerevole del magenta nei toni della pelle, che per il momento resta il problema più grosso di questa tecnica.
Per quanto riguarda infine il canale K, quello ottenuto con la curva maximum, mostra appunto molto più nero di quello generato con la curva medium. Da notare che il nero è presente su tutta la scala dell’immagine, mentre nel caso del canale ottenuto con la curva medium è completamente assente dalle luci, motivo per cui avevo provato a generare il negativo per VDB a partire da una conversione in scala di grigi del file di partenza, da usare al posto del canale K. Questo significa che usando la curva maximum si otterrà un’immagine ricomponendo i veri canali CMYK, ovvero più vicina a quella di partenza, rispetto a quello che avviene utilizzando una curva medium e una conversione in scala di grigi al posto del canale K. Utilizzando la conversione in scala di grigi infatti si incappa negli stessi problemi che si ottengono fotografando in bianco e nero quando non si usano i filtri colorati, ovvero il contrasto dell’immagine e la separazione dei toni possono cambiare a seconda dei colori presenti e dalla loro luminanza.
Conclusioni
La curva di generazione del nero maximum, usata nella conversione da RGB a CMYK, si rivela come la miglior scelta possibile per ottenere i canali di separazione colore. Anche se non risolve il problema della sovrasaturazione dei colori e dell’incorrere in dominanti cromatiche nella riconversione da CMYK a RGB, i file ottenuti con la curva maximum sono leggermente meno saturi e contengono meno colore. Questo comporta un certo risparmio economico e permette di ottenere delle stampe sulla cui conservazione si può essere più fiduciosi di quanto succeda con la curva medium.
In ogni caso il grosso vantaggio che deriva dall’utilizzo della curva di generazione del nero maximum è quello di ottenere un canale K completo, preferibile sia a quello ottenuto con la curva medium, che è vuoto nelle luci, sia ad una conversione in scala di grigi dell’immagine, che può comportare deformazioni tonali anche importanti.
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