Diaframmi di microscopio elettronico come buco stenopeico
I fori stenopeici in assoluto di miglior qualità che sono riuscito a trovare sono i diaframmi dei microscopi elettronici.
I fori sono perfettamente circolari, come è possibile notare dalle foto al microscopio nella galleria allegata. I fori sono ancora più puliti di quelli ottenuti con un laser. Questo perché, a meno di non essere una delle rare persone ad avere accesso ad un laser ad impulsi rapidi, nel momento in cui questo scava il foro nella lastra di metallo si formano delle specie di micro esplosioni locali dovute alla diffusione termica. Il risultato pratico è che il buco è parzialmente sfrangiato. Nel caso dei diaframmi di microscopio elettronico il buco invece è perfettamente circolare e pulito.
I buchi hanno un diametro perfettamente noto. Ho acquistato 150µm, 300µm, 400µm, 600µm e 800µm. Non è quindi necessario perder tempo per misurare il buco col noto metodo della diapositiva, con tutta l’incertitudine che ne deriva. In questo modo si possono costruire apparecchi stenopeici a multibuco, assendo sicuri che l’esposizione sarà esattamente la stessa per ogni foro, cosa che mi ha causato non pochi problemi in passato quando fabbricavo tutti i buchi a mano. I diametri scelti permettono di costruire scatole stenopeiche di focale compresa fra i 15mm (f/100) e i 45cm (f/556) secondo le tavole classiche dei diametri ottimali dei fori stenopeici. Per le focali superiori, quindi diametri superiori a 0.8mm, è facile ottenere buchi rotondi e puliti come quelli dei diaframmi dei microscopi elettronici usando una semplice perforatrice di precisione.
Lo spessore della piastrina è molto esiguo, limitando le riflessioni tunnel all’interno di un buco in una lastra spessa. Nonostante questo vale può esser necessario annerire l’interno del buco. Un suggerimento, che non ho provato, è quello di usare un bagno di viraggio al selenio. Altrimenti, si può semplicemente delicatamente passare sul buco un pennarello nero indelebile dalla punta fine, del tipo che si usa per scrivere sui cd. Questo è il metodo che uso e i risultati sono più che soddisfacenti. In ogni caso di tutti i buchi che ho usato questi sono probabilmente quelli meno affetti dalle riflessioni. Prima di annerire il foro, con il rischio di rovinarlo, è preferibile fare qualche immagine di prova. Se non si ha l’esigenza concreta di eliminare eventuali riflessi, il diaframma di microscopio può essere utilizzato tale e quale.
Il buco del diaframma del microscopio è praticato al centro di una piastrina circolare di rame di 3mm di diametro. il metodo più semplice per utilizzarlo è montarle su una lastrina di supporto. Attenzione che si tratta di materiale fragile e di precisione, che va trattato con cura. Una volta montato su una lastra di supporto più spessa diventa comunque pratico e resistente.
Ho dovuto acquistare molti fori, quindi ne rivendo alcuni. Prezzo 10 euro a buco, più 1 euro di spedizione posta ordinaria in Italia. Possibilità di sconto per l’acquisto di molti buchi, il prezzo di spedizione rimane fisso a un euro anche se si acquista più di un foro.
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Camera Obscura » Montare i diaframmi stenopeici su piastrine di supporto
ha detto, il 18 Dicembre 2007 @ 1:08 AM :
[...] diaframmi di microscopio elettronico sono degli splendidi fori stenopeici di diametro perfettamente noto e regolare, ma sono piccoli [...]
Camillo Ferrari
ha detto, il 9 Maggio 2008 @ 7:53 AM :
Ciao Fabiano,
Come va? spero bene. E’ qualche mese che non ci sentiamo anche se ti leggo su Fotoavventure.
A suo tempo mi scrivesti di farti avere delle foto dell’atrezzatura e del risultato; eccole in allegato. Sono parecchie, fanne quello che credi.
Come già ti scrissi ho fatto il “foro intercambiabile” utilizzado diversi tappi per fotocamera con un foro montato su ognuno. L’opzione era quella di utilizzare una slitta porta flash montata su un tappo o altro inserendo il foro tra due lamine di opportuno spessore e dimensione per poi farle scivolare dentro la slitta; troppo difficoltoso.
Avendone già alcuni ho utilizzato tappi Olympus OM (tiraggio 46mm) dove sono montati fori diversi. Non ho montato il foro da 0.8 per mancanza del tappo ma ho anche un tappo fatto a suo tempo con montato un foro da 0.5 circa fatto con un foglietto di mylar. La flessibilità del sistema è che utilizzando dei tubi di prolunga ottengo diverse lunghezze focali e posso utilizzare uno zoom per inquadrare, nonostante questo riesco a fare gli orizzonti storti. Ho acquistato anche un anello adattatore per cui posso utilizzare gli “obiettivi” Olympus anche su corpi Canon che hanno il vantaggio di avere dei tempi di otturazione oltre il secondo. Come vedi dalle foto dei tappi ho costruito anche una piastra per Arca Swiss 4X5, finora ho fatto pochi esperimenti utilizzando carta sensibile e non ho ottenuto risultati decenti.
La serie in B/N è fatta agli scogli prospicenti il monumento di Quarto (quello dedicato ai Mille), ho utilizzato una HP5 su Olympus OM1. Le didascalie (ma anche il nome dei file) indicano i parametri di scatto per un più facile confronto e analisi. Purtroppo mi sono accorto solo all’ultima fotografia di aver scambiato le bustine che contengono i tappi, avevo il foro da 0.15 nella bustina dello 0.30 e viceversa. Per cui anche i tempi previsti dalle prove sono stati scambiati.
Quelle a colori sono state fatte sulle alture di Genova con una EOS3 caricata con pellicola per dia Elite 400 scaduta da un’anno ma tenuta in frigorifero (di solito uso Fuji). Sono state fatte il 27 u.s. durante la giornata mondiale del foro stenopeico (WPPD) ha cui ho poi mandato la mia foto, una banale foto famigliare. Rientrando alla sera avevo ancora 3 scatti per terminare il rullino per cui mi sono procurato un rametto di Veccia e in casa mi sono cimentato nella macro (una mia passione). Una è andata buca (ho mollato lo scatto flessibile prima di aver fatto scattare il flash tenuto in mano) le altre due invece sono riuscite decentemente anche se pensavo di averle cannate avendo calcolato la distanza del flash per una pellicola da 100ISO. Avrò sbagliato i calcoli o la Canon da il NG sbagliato?
Considerazioni:
Viste le piccole dimensioni della pellicola non ho notato vignettatura.
Mi pare che il foro da 0.30 sia migliore di quello da 0.15 e non capisco perché, forse la diffrazione è eccessiva oppure una qualche razza di effetto tunnel visto il rapporto sfavorevole tra diametro e spessore si fa sentire. Però nella macro i risultati si invertono, forse la “lunghezza focale” o la posizione del flash è più favorevole allo 0.15.
I fori da 0.40 in su non mi pare siano proponibili col formato Leica a meno di particolari pose artistiche.
Prima o poi mi cimenterò utilizzando scatole varie.
Nota:
Con le 2 macro ho notato una visibile differenza di ingrandimento per cui ho misurato l’effettivo tiraggio dei vari fori dovuto alle varie marche dei tappi. Lo 0.15 che è su un tappo originale Olympus ed è il più elaborato essendo bombato ho dovuto appiattirlo con un riempimento di resina si trova a circa 2.5mm dalla battuta del bocchettone. Lo 0.30 invece si trova a meno 0.5mm circa quindi tra i 2 ci sono 3mm di differenza ed è questo che fa la differenza di ingrandimento. Tutti gli altri sono più o meno a livello del bocchettone.
Scusami io, di solito, non sono prolisso ma per chiarezza ho dovuto dilungarmi.
Camillo
Fabiano Busdraghi
ha detto, il 9 Maggio 2008 @ 8:13 AM :
Ciao Camillo,
grazie mille per i commenti dettagliati e le immagini. Belle le macro, secondo me è un argomento da esplorare, la resa morbida sui fiori la trovo molto attraente.
Non so darti una risposta precisa su quello che osservi, se non che la teoria nel caso dello stenopeico è solo un punto di partenza, poi bisogna comunque fare delle prove.
Io purtroppo ultimamente non ho fatto niente stenopeo, sono veramente presissimo!
ancora grazie e a presto
f