Come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte (2008, 2009 e 2010) partecipo al Pinholeswap, uno scambio di auguri natalizi sotto forma di fotografie stenopeiche.
Molto spesso fra le foto ricevute si annoverano foto stenopeiche di babbo natale, nanetti, pini agghindati, statuine di renne e tutte le altre possibili rappresentazioni dell’iconografica natalizia. Personalmente non amo questo genere di fotografie e ho sempre avuto voglia di mandare qualcosa di un pelo dissacrante.
Mi son finalmente deciso e quest’anno ho spedito una foto che si intitola “culo”, cosa che dovrebbe esser sufficiente ad indicarne il contenuto. In realtà non è che sia una fotografia molto dissacrante, ma non volevo offendere nessuno.
La fotografia è stata scattata a mano libera con una Canon Mark-s II su cui ho installato un zoneplate e un flash settato sulla massima potenza, visto che una delle caratteristiche che più mi attirano nello zoneplate è la luminosità e gli aloni che si creano nelle zone delle alte luci.
Come al solito una certa cura è stata posta nella stampa e nella preparazione della busta, anche se quest’anno non mi sono lanciato in nessuna particolare tecnica alternativa come avevo fatto gli anni precedenti. La stampe è una semplice getto d’inchiostro sulla Hahnemühle Museum Etching 350g 100% cotone che ho verniciato con due mani di una lacca protettiva lucida della Tetenal, in modo che non si possa graffiare la stampa e soprattutto che i neri vengano fuori belli saturi e brillanti, visto che non amo la resa delle carte opache. Stampa 6x6cm su carta 15.5×15.5cm in edizione di 15 esemplari più 2 prove d’artista.
Per quanto riguarda le foto ricevute, devo dire che sono abbastanza deluso, al punto che non credo partecipare l’anno prossimo.
Ciao Fabiano, ho ricevuto la tua foto, mi piace, anche se preferisco stampe classiche. Mi interessava un tuo parere sulla foto che ti ho inviato. L’hai ricevuta? l’ho spedita all’indirizzo francesce.
Ciao, Antonio Amico
quest’anno causa trasloco e deliri vari mi sono scordato del pinholeswap!!!
ora che scrivi che le foto ricevute sono state nulla di che… mi spiacie davvero perchè è un’iniziativa che trovo magnifica a livello teorico, ma anche l’anno scorso non è che fossero girate chissa che immagini…
ciao
daniele
Domanda sulla lacca tentenal:
si riesce a stenderla uniformemente anche su stampe grosse? tu hai provato per esempio un A3 o A2?
ciao
daniele
Ciao Antonio,
intanto grazie per il commento e per la foto, che effettivamente ho ricevuto. Intanto devo dire che fa parte delle tre o quattro che mi piacciono di più, è ben realizzata intrigante, anche per il fatto che non si capisce benissimo di cosa si tratti: per me un ciocco di legno su un muro o pavimento, ma non sono sicurissimo.
Però non capisco bene perché usi la fotografia stenopeica. Non te la prendere, non voglio offendere nessuno, però mi sembra che per 9 fotografi su 10 che partecipano al Pinholeswap manchi la riflessione sull’utilizzo del media specifico che è la fotografia stenopeica. Questa ha o può avere dei connotati molto particolari: profondità di campo infinita, tempi di mosa molto lunghi (eliminazione di oggetti in movimento, resa particolare di acqua e cieli…), morbidezza o addirittura immagini completamente flou come la mia, caduta di luce ai bordi, deformazioni se si curva il negativo, grand’angolo estremo, etc. Secondo me vale la pena fare della fotografia stenopeica per sfruttare creativamente una o più di queste sue caratteristiche. Se si cerca nitidezza, precisione, rapidità, uniformità e via dicendo allora tanto vale fare fotografie normali no?
Delle fotografie che ho ricevuto alcune sono belle, altre meno, ma in quasi tutte a mio avviso manca l’utilizzo delle caratteristiche della fotografia stenopeica, oppure queste non vengono sfruttate, nel senso che sono presenti ma restano accessorie.
Ciao ciao
Fabiano
Ciao Daniele,
si, la lacca si riesce a stendere su formati anche molto grandi. Il segreto è porsi ad un certa distanza (20-30cm) e incrociare più mani leggere, anche 4 o 5 se vuoi un effetto “gommoso” in modo da fare una stesa uniforme. Non lo fare in casa però perché la lacca puzza da morire.
Personalmente ho fatto fino all’A3+ senza problemi eccessivi. Qualche tempo fa invece, quando esposi a Madrid una foto di un demone 100x160cm (!!!) la feci verniciare da un amico che utilizzava, invece della bomboletta, un aerografo tipo quelli da carrozziere. Risultato impeccabile.
Ciao ciao
Fab
Ciao Fabiano, si, e’ un ceppo di legno, di una vite ancora al suolo con un muro come sfondo. Sono contento che ti piaccia. Qualche anno fa il tuo commento sulla foto della melanzana mi aiuto’ molto, ero alle prime armi con la stampa e non avevo ottenuto molto da quello che era un buon negativo. Per questo ti ho chiesto cosa ne pensavi della foto di quest’anno. Non offendi nessuno, ci mancherebbe. Purtoppo non c’e’ abbastanza spazio per raccontarti come mi sono avvicinato alla fotografia stenopeica e perche’ continuo a scattare con questa tecnica, servirebbe un sito intero. Quello che dici e’ vero, ma mi sembra che ti sia concentrato sugli aspetti e le caratteristiche intrinseche di questa tecnica. Non sono un “concettuale”, come a tanti oggi piace definirsi, anzi, ma credo sia importante, nell’utilizzo, cercare di evadere dai confini dei dettagli tecnici e non cadere in quello che io ritengo l’errore di chiedere quale macchina è stata usata ancor prima di capire cio’ che una foto ha trasmesso. Questo in linea generale, non solo per la fotografia stenopeica. Penso che una bella foto sia bella anche se fotocopiata e non stampata su carta baritata, poi passato lo stupore e l’emozione trasmessa dal primo impatto ci si puo’ soffermare sui dettagli, anche quelli tecnici, ma non sono altro che un di piu’ che possono solo migliorare la foto, non salvarla.
Tecnicamente, con qualsiasi macchina si puo’ ottenere piu’ o meno tutto, anche sfregiando con carta vetrata un qualsiasi bel obbiettivo si puo’ ottenere l’effetto flou, ma non e’ questo il punto, e dare troppa considerazione agli aspetti visivi e’ sicuramente riduttivo. Nel mio caso trovo nella fotografia stenopeica una risposta ed un punto di riflessione molto profondo su quasi tutti gli aspetti che si possono trattare sulla fotografia. Uno studio completo in tutte le direzioni, che porta ad ottenere buoni se non ottimi risultati anche su fotografie di tutt’altro genere. Ad esempio mi e’ stata di grandissimo aiuto per le foto istantanee, ottenendo molta più spontaneita’ in foto in cui troppo spesso non riuscivo ad avvicinare le persone. Ma come dicevo, non e’ la sede migliore per parlarne, mi dilungherei troppo.
Certo per rendere piu’ interessante il Pinholeswap si potrebbe condividere un tema, oppure trovare un metodo per estenderlo oltre alle stesse 15 o 20 persone che ogni anno partecipano…
Spero ci siano altre occasioni per parlarne, un saluto, Antonio
ciao Fabiano,
per la prima volta quest’anno ho partecipato al Pinholeswap, per altro dopo aver letto il tuo articolo del 2010. Mi sento anche io un po deluso, però l’esperienza è stata bella mi sono ritrovato ad attendere il postino per vedere se arrivano nuove cartoline.
In effetti speravo in qualcosa di meglio, sottoscrivo la mancanza di riflessione del mezzo e le altre tue considerazioni, pero credo tu faccia male a decidere di non partecipare alle prossime edizioni credo che serva un esempio e anzi aprire una discussione sull’utilizzo del foro sarebbe molto proficuo per tutti quelli che approcciano al mezzo.
Se esiste un ortodossia del foro magari parlarne di più non è una cattiva idea.
ciao Luca
arghhhhhhhh, perché una lacca?????????????
…..quando c’è la cera, la gomma arabica, la gelatina,…..
devo continuare?
Ciao ragazzi, scusate il ritardo ma ero un po’ incasinato con la mia mostra in Germania. Ecco qualche risposta:
@ Antonio Intanto grazie mille per il lungo commento. Sono assolutamente d’accordo con te sul fatto che la macchina usata e i dettagli tecnici non contino quasi per niente. Però la fotografia è sempre una questione di scelte, di trovare lo strumento giusto per quello che si decide di rappresentare o esprimere. Non che debba per forza conoscere i dettagli tecnici di una foto per apprezzarla, ma nel caso dello stenopeo si possono usare le sue caratteristiche e difetti creativamente, per creare splendide immagini. Secondo me invece la maggior parte dei fotografi dello scambio di auguri stenopeici hanno usato il foro come se fosse una macchina fotografica normale, e allo stesso tempo hanno fatto foto banali innalzandole unicamente per il fatto che siano stenopeiche. Spero ora sia più chiaro quello che intendo per mancanza di riflessione. Per quanto riguarda l’assenza di spazio mi piacerebbe riparlarne, è un argomento che mi interessa particolarmente.
@ Luca si, alla fine hai ragione, bisogna perseverare. Cercherò di continuare e soprattutto di allargare il giro dei fotografi che partecipano, piano piano magari le cose andranno maglio. Già quest’anno erano spariti completamente i nanetti e gli alberi di Natale, il che mi sembra già un discreto passo avanti!
@ Damiano capisco che ti si accapponi la pelle, ma si, quest’anno non ho usato niente di tradizionale/artigianale. Devo però dire che detesto talmente l’odore della lacca che il prossim’anno mi rimetto a lavorare con gli ingredienti di cucina. Magari mando una foto immersa nell’olio d’oliva…
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