Ori Gersht
© Ori Gersht

Le fotografie di Ori Gersht hanno di solito un solido e sviluppato impianto concettuale, ma spesso associano a questo delle caratteristiche estetiche particolarmente attraenti.

È il caso, fra i tanti altri portfolio di Ori Gersht (vale veramente la pena cercarare un po’ su internet, perché quasi tutti i lavori sono veramente ottimi), della serie Blow-Up, realizzata fotografando ad altissima velocità delle nature morte floreali che ricalcano le composizioni dei pittori del secolo scorso, mentre vengono fatte esplodere, in questo modo congelando in un solo attimo il moto centrifugo dei petali esplosi, il fumo generato dall’esplosivo e i frammenti di fiori che volano in tutte le direzioni.

Al di là del discorso sul simbolo della pace e la violenza che ne viene fatta, e la nuova percezione della realtà cui da accesso la tecnologia, trovo le immagini esteticamente molto belle, un paramentro che per me è sempre di fondamentale importanza, senza l’aspetto formale sono incapace di apprezzare un lavoro puramente concettuale. Questi fiori che esplodono con volenza e vengono spinti in tutte le direzioni, i contorni sfumati dalla velocità, dal movimento e dal fumo, prendono un aspetto pittorico e sognante, ai limiti dell’astrazione, che trovo particolarmente affascinante e gradevole.

Mi piace anche che le composizioni di Blow-Up sono dovute quasi più al caso che alla volontà del fotografo, come se fosse l’esplosione a decidere la conformazione dell’immagine e per conseguenza la fotografia, come se il fotografo si mettesse rispettosamente un poco in disparte, lasciando la natura manifestare la sua violenta bellezza.


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