Scurire il cielo in modo naturale
Oggi, con la facilità del ritocco digitale, moltissime persone danno una bottarella di ritocco alle loro foto, e uno degli interventi più diffusi è proprio il bilanciamento della luminosità del cielo e del paesaggio. Purtroppo in moltissimi casi l’effetto è completamente innaturale e esagerato, puzza lontano un miglio di digitale e di ritocco, ed è anche piuttosto pacchiano. Per carità, non ho niente a che ridire contro le esagerazioni e gli effetti innaturali. I paesaggisti americani in bianco e nero sulla scia di Ansel Adams spessissimo usavano filtri rossi o infrarossi, ottenendo cieli completamente neri che facevano risaltare paurosamente il bianco brillante della neve e della roccia delle montagne. Quando però una foto è tutta giocata su tinte e contrasti plausibili, anche il ritocco del cielo dovrebbe andargli dietro.
L’errore fondamentale è quello che si basa su uno scontorno preciso del paesaggio. Osservando attentamente la realtà intorno a noi ci si rende subito conto del difetto di questo approccio.
Intanto il terreno, perdendosi nella foschia dell’umidità atmosferica, mano a mano che ci si allontana dal fotografo, diventa più chiaro e bluastro. Scontornando il cielo precisamente al livello dell’orizzonte quello che si otterrà è un terreno molto chiaro e slavato sovrastato da un cielo molto scuro, cosa praticamente impossibile in natura e quindi innaturale fin dal primo sguardo.
La seconda osservazione riguarda il cielo. Anche questo, al pari del terreno, cambia di colore e di luminosità mano a mano che ci allontaniamo dall’orizzonte. Questo dipende da fari fattori: polarizzazione, polvere, nebbie etc, ma in generale l’effetto e spessissimo il solito: il cielo è molto chiaro vicino all’orizzonte e meno luminoso verso lo zenit, è di un azzurro slavato a contatto col suolo e di un blu carico e intenso sopra le nostre teste. Questa è una caratteristica piacevole, almeno per quanto riguarda la fotografia di paesaggio. Visto che la parte alta del cielo si trova quasi sempre in quela alta della fotografia, ne consegue che l’immagine verrà naturalmente chiusa, che è l’espressione in gergo che indica uno scurimento dei bordi dell’immagine per guidare lo sguardo verso il centro e gli elementi di interesse della foto.
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